Archivio per January, 2009
Senza luce
Pubblicato da Marcella De Carli
Niente metafore, semplicemente al buio. Da tre quarti d’ora al buio. Si era a tavola, tutta la famiglia, e improvvisamente…uuuuuuuuuuuuuuom! Buio. Ma proprio buio buio! In tutto il quartiere! E allora candele e torce per caricare la lavapiatti…che ovviamente non si sa quando andrà. Questo mi ha fatto ridere.
E poi l’eccitazione dei bambini e i vicini che bestemmiavano in cortile, forse c’è qualche partita.
E’ stato bello. E anche un po’ inquietante a un certo punto. Ho sentito una sirena di ambulanza e ho pensato a un nesso e, non so, mi ha agitato il pensiero stesso.
Mentre scrivo la luce è in un attimo tornata. E la magia svanisce.
Penso a chi vive così come condizione permanente, e magari ora anche senz’acqua potabile, senza gas, con le fognature a cielo aperto. Buonanotte ai bimbi di Gaza. Da noi la luce è tornata. Chissà.
Memoria
Pubblicato da Marcella De Carli
Ricordo dal Diario di Etty Hillesum, morta ad Auschwitz nel novembre 1943, la lezione d’amore. La volontà di fare del proprio vissuto una fonte per “temprarsi” e non ” indurirsi”.
In questo momento un pensiero ai bambini.
Domenica mattina 21-8-1943
Nel reparto maternità c’è un bebè di nove mesi, una piccola bambina. Qualcosa di molto bello e dolce e con gli occhi celesti. E’ arrivata qui diversi mesi fa come S-Fall (caso penale), la polizia l’aveva scovata in una clinica. Nessuno sa chi o dove siano i suoi genitori. Per ora la tengono nel reparto maternità, le infermiere si sono affezionate a quel giocattolino. Ma volevo dire questo: nei primi tempi quella neonata non poteva essere portata fuori, tutti gli altri bebè stavano all’aria aperta nelle loro carrozzelle ma lei doveva rimanere dentro, era pur sempre un “S-Fall”! L’ho chiesto a tre infermiere diverse, qui io vado sempre a sbattere contro dei fatti che mi paiono inverosimili ma che ogni volta mi vengono confermati.
Nella mia baracca-ospedale ho incontrato una ragazzina gracile e denutrita di dodici anni. Nello stesso modo simpatico e intelligente in cui un altro bambino ti racconta delle tabelline che impara a scuola, mi ha detto: sì, io vengo dalla baracca di punizione, io sono un caso penale.
Un bimbetto si tre anni e mezzo aveva rotto un vetro con un bastone, e quando suo padre gli aveva fatto una terribile sfuriata era scoppiato in un pianto dirotto e aveva detto. “Ooooh, adesso mi mettono nella n. 51 (= la prigione) e devo partire da solo sul treno dei prigionieri”.
E’ sconcertante come i bambini parlano tra loro, ho sentito un ragazzino dire a un altro: no, sai, il marchio da 120.000 non è proprio il migliore, ma se tu sei per metà ariano e per metà portoghese, allora sì che va bene. Anne-Marie ha sentito una madre dire al suo bambino, nella brughiera: “E se adesso non finisci da bravo il tuo budino, partirai senza la mamma!”
Berlusconi e le belle ragazze
Pubblicato da Marcella De Carli
Le parole di Berlusconi mi hanno lasciata a dir poco sconvolta. Mi sento così triste nel pensare che esista ancora qualcuno al mondo che per commentare un orribile stupro possa anche solo pensare una cosa del genere, ma che lo verbalizzi poi…e che lo dica da Presidente del Consiglio…non so…non vedo davvero più il fondo….
«Anche in uno Stato il più militarizzato e poliziesco possibile, una cosa del genere può sempre capitare - ha detto il premier - . Non è che si può pensare di mettere in campo una forza tale, dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze, credo che non ce la faremo mai» ha aggiunto.
“Il mio era un complimento alle ragazze italiane che sono alcuni milioni, io penso che in ogni occasione serva sempre il senso della leggerezza e dell’umorismo”.
Stuprate e offese
di Lidia Ravera
Pare che, alla maggioranza degli italiani, Berlusconi risulti simpatico soprattutto per la sua verve veteromaschilista: mentre calpesta, con metodo, la dignità delle donne, libera, con l’esempio, da qualsiasi senso di colpa o inadeguatezza, da qualsiasi censura o vergogna, ogni maschietto di bassa statura (morale e culturale, ma, già che c’è, anche fisica) in vena di pacche sul culo e commenti sporcaccioni sulle femmine (con particolare accanimento verso quelle che non li prendono in considerazione). Non c’è signora che non abbia subito i suoi commenti, o perché bella e giovane o perché non abbastanza bella e non più giovane.
Ci siamo sforzati di buttarla a ridere, ma adesso non ne abbiamo più voglia: gli agguati a scopo di violenza sono in crescita, incominciamo ad avere davvero paura e Berlusconi, nel commentare la proposta, demagogica, di usare l’esercito per scoraggiare le aggressioni, ha detto: «Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle donne in Italia».
Difficile buttarla a ridere, anche se a chiedercelo è il Presidente del Consiglio. Anzi, proprio perché è Lui a chiedercelo: una battutaccia detta da un Presidente è più pericolosa della stessa battutaccia detta da un pirla qualsiasi. Fine della ricreazione, quindi, che Berlusconi taccia e si scusi. Credeva, il simpaticone, di fare un complimento alle vittime? Voleva invitarle a considerare lo stupro come un omaggio estremo alla loro avvenenza (un militare per ogni bella, le brutte chi se le stupra)?
O, magari, giustificare gli aggressori, sistemandoli nella grande famiglia dei maschietti a cui le belle ragazze danno un po’ alla testa: un’allegra banda di sociopatici di cui, almeno a parole, sembra far parte anche lui. Il Capo del Governo di questo Paese.
Articolo sui preti pedofili a Verona e commenti dal forum dei cattolici italiani
Pubblicato da Marcella De Carli
Noi vittime dei preti pedofili
di Paolo TessadriDecine di bambini e ragazzi sordi violentati e molestati in un istituto di Verona fino al 1984. E dopo decenni di tormenti, gli ex allievi trovano la forza di denunciare gli orrori. Ma molti dei sacerdoti sono ancora lì
Per oltre un secolo è stato un simbolo della carità della Chiesa: una scuola specializzata per garantire un futuro migliore ai bambini sordi e muti, sostenendoli negli studi e nell’inserimento al lavoro. L’Istituto Antonio Provolo di Verona ospitava i piccoli delle famiglie povere, figli di un Nord-est contadino dove il boom economico doveva ancora arrivare. Fino alla metà degli anni Ottanta è stato un modello internazionale, ma nel tetro edificio di Chievo, una costruzione a metà strada tra il seminario e il carcere, sarebbero avvenuti episodi terribili.
Solo oggi, rincuorati dalle parole di condanna pronunciate da papa Ratzinger contro i sacerdoti pedofili, decine di ex ospiti hanno trovato la forza per venire allo scoperto e denunciare la loro drammatica esperienza: “Preti e fratelli religiosi hanno abusato sessualmente di noi“. Un’accusa sottoscritta da oltre 60 persone, bambini e bambine che hanno vissuto nell’Istituto, e che ora scrivono: “Abbiamo superato la nostra paura e la nostra reticenza”.
Gli abusi di cui parlano sarebbero proseguiti per almeno trent’anni, fino al 1984. (…..)
(….)gli episodi riguardano 25 religiosi, le vittime potrebbero essere almeno un centinaio.
La denuncia
Gli ex allievi, nonostante le difficoltà nell’udito e nella parola, sono riusciti a costruirsi un percorso di vita, portandosi dentro le tracce dell’orrore. Dopo l’esplosione dello scandalo statunitense che ha costretto la Chiesa a prendere atto del problema pedofilia, e la dura presa di posizione di papa Benedetto XVI anche loro hanno deciso di non nascondere più nulla. Si sono ritrovati nell’Associazione sordi Antonio Provolo e poi si sono rivolti alla curia e ai vertici dell’Istituto. Una delle ultime lettere l’hanno indirizzata a monsignor Giampietro Mazzoni, il vicario giudiziale, ossia il magistrato del Tribunale ecclesiastico della diocesi di Verona. È il 20 novembre 2008: “I sordi hanno deciso di far presente a Sua Eminenza il Vescovo quanto era loro accaduto. Nella stanza adibita a confessionale della chiesa di Santa Maria del Pianto dell’Istituto Provolo, alcuni preti approfittavano per farsi masturbare e palpare a loro volta da bambine e ragazze sorde (la porta era in quei momenti sempre chiusa a chiave).I rapporti sodomitici avvenivano nel dormitorio, nelle camere dei preti e nei bagni sia all’Istituto Provolo di Verona che al Chievo e, durante il periodo delle colonie, a Villa Cervi di San Zeno di Montagna”. E ancora: “Come non bastasse, i bambini e ragazzi sordi venivano sottoposti a vessazioni, botte e bastonature. I sordi possono fare i nomi dei preti e dei fratelli laici coinvolti e dare testimonianza”. Seguono le firme: nome e cognome di 67 ex allievi.
Le storie
I protagonisti della denuncia citano un elenco di casi addirittura molto più lungo, che parte dagli anni Cinquanta. Descrivonomezzo secolo di sevizie, perfino sotto l’altare, in confessionale, dentro ai luoghi più sacri.
Quei bambini oggi hanno in media tra i 50 e i 70 anni: il più giovane compirà 41 anni fra pochi giorni. Qualcuno dice di essere stato seviziato fino quasi alla maggiore età. Gli abusi, raccontano, avvenivano anche in gruppo, sotto la doccia. Scene raccapriccianti, impresse nella loro memoria. Ricorda Giuseppe, che come tutti gli altri ha fornito a ‘L’espresso’ generalità complete: “Tre ragazzini e tre preti si masturbavano a vicenda sotto la doccia”. Ma la storia più angosciante è quella di Bruno, oggi sessantenne, che alla fine degli anni Cinquanta spiccava sugli altri bambini per i lineamenti angelici: era il ‘bello’ della sua classe. E solo ora tira fuori l’incubo che lo ha tormentato per tutta la vita: “Sono diventato sordo a otto anni, a nove frequentavo il Provolo che ho lasciato a 15 anni. Tre mesi dopo la mia entrata in istituto e fino al quindicesimo anno sono stato oggetto di attenzioni sessuali, sono stato sodomizzato e costretto a rapporti di ogni tipo dai seguenti preti e fratelli.”. Ha elencato 16 nomi. Nella lista anche un alto prelato, molto famoso a Verona: due sacerdoti del Provolo avrebbero accompagnato Bruno nel palazzo dell’ecclesiastico.(22 gennaio 2009)
22-01-2009, 22:35 #1 Utente SeniorData registrazione: 05-11-2007Residenza: Al nord estEtà: 49Rito: RomanoMessaggi: 810 Illazioni dell’Espresso su presunti casi di pedofilia nella Diocesi di Verona
spero che non sia la solita notizia fatta per vendere…http://espresso.repubblica.it/dettag…59082&ref=hpsp
Decine di bambini e ragazzi sordi violentati e molestati in un istituto di Verona fino al 1984. E dopo decenni di tormenti, gli ex allievi trovano la forza di denunciare gli orrori. Ma molti dei sacerdoti sono ancora lì
22-01-2009, 22:46 #2 Veterano di CRData registrazione: 29-02-2008Residenza: DugmentiaEtà: 67Rito: AmbrosianoMessaggi: 1301
22-01-2009, 22:52 #3 Vecchia guardia di CRData registrazione: 18-07-2007Residenza: pr cosenzaEtà: 42Rito: RomanoMessaggi: 2668 “Noi vittime dei preti pedofili” perchè non “”Noi vittime di uomini pedofili”? forse perche non avrebbe fatto notizia? ma i preti sono anche uomini… anzi prima di tutto uomini! allora? si cerca lo scandalo? si deve cercare il modo di gettare fango su una categoria?
22-01-2009, 23:17 #4 Utente SeniorData registrazione: 05-11-2007Residenza: Al nord estEtà: 49Rito: RomanoMessaggi: 810 Citazione:
“Noi vittime dei preti pedofili” perchè non “”Noi vittime di uomini pedofili”? forse perche non avrebbe fatto notizia? ma i preti sono anche uomini… anzi prima di tutto uomini! allora? si cerca lo scandalo? si deve cercare il modo di gettare fango su una categoria?osservazione sacrosanta. Quando succede, ad esempio, ai maestri, ai bidelli, non mi pare che ci sia tutto questo “accanimento”.
22-01-2009, 23:22 #5 Veterano di CRData registrazione: 29-02-2008Residenza: DugmentiaEtà: 67Rito: AmbrosianoMessaggi: 1301 Citazione:
osservazione sacrosanta. Quando succede, ad esempio, ai maestri, ai bidelli, non mi pare che ci sia tutto questo “accanimento”.D’accordo.
Però i maestri e i bidelli non hanno ricevuto il sacramento dell’Ordine.
Di un prete io ho più fiducia che di un maestro o di un bidello, per questo lo scandalo è maggiore.
Restiamo umani
Pubblicato da Marcella De Carli
Perlustrando Gaza city a bordo di un ambulanza, per una volta con la sirena muta, la guerra resta presente impressa nelle rovine di una città saccheggiata di sorrisi e popolata da sguardi spauriti, occhi che insistono a scrutare il cielo verso aerei ancora incessantemente in volo. All’interno di una casa che coi paramedici abbiamo visitato, sul pavimento ho notato dei disegni in pastello, chiaramente una mano infantile li aveva abbandonati evacuando in fretta e furia. Ne ho raccolto uno, carrarmati, elicotteri e corpi ridotti in pezzi. In mezzo al foglio un bambino ritratto con una pietra riusciva a raggiungere l’altezza del sole e danneggiare una delle macchine della morte volanti. Si dice che il significato del sole in un disegno infantile è il desiderio di essere, di apparire. Quel sole che ho visto piangeva in pastello rosso, lacrime di sangue. Per lenire questi traumi, una tregua unilaterale basta? Restiamo umani. ViKVittorio Arrigoni in Gaza