Archivio per February, 2009
Eccola la mala fede
Pubblicato da Marcella De Carli
Non per dare fiato alle polemiche, ma perchè si sappia e riconosca la “mala fede”di chi ci governa, che ora si esprime a favore della vita (quella vegetativa di Eluana). E anche perchè il rischio è che ora tocchino davvero la 194.
Intervista a Veronica Lario, in cui parla dell’aborto terapeutico al settimo mese di gravidanza. Da notare anche l’accenno al rischio che suo marito tocchi la costituzione.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/04_Aprile/08/veronica.shtml
da wikipedia
L’8 aprile 2005, nel periodo precedente al referendum sulla fecondazione assistita, intervistata da Maria Latella sul Corriere della Sera si espresse a favore di tutti i quattro quesiti del referendum. Nell’esprimere il proprio parere la Lario ha paragonato i referendum a quelli sull’aborto, ricordando come anche lei dovette praticare un aborto terapeutico al settimo mese di gravidanza, a causa di alcune malformazioni al feto scoperte solo al quinto mese. Nell’intervista invitava gli italiani ad informarsi e farsi un’opinione, così come era stata costretta a fare lei per l’aborto, e criticava anche la posizione della Chiesa Cattolica (contraria ai quesiti dei referendum), che aveva invitato all’astensione per non far raggiungere il quorum, ritenendo che non andare a votare volesse dire rifiutarsi di affrontare i problemi posti dal referendum e dal relativo dibattito, fingendo che questi non esistano.
Taccia l’Italia
Pubblicato da Marcella De Carli
Italiani, popolo di vili, che hanno talmente paura della responsabilità da preferire che qualcuno decida per loro anche su questioni come la vita e la morte.
Grazie alla famiglia Englaro, a quel “cavallo di razza” che è stata Eluana, oggi questo Paese può vantare un altro percorso nella legalità, alla luce del sole, oltre l’ipocrisia.
Il mio amore infinito arrivi a un padre e a una madre che ci hanno resi tutti migliori.
E’ ma è forse
Pubblicato da Marcella De Carli
In questi giorni i discorsi sono al limite della decenza e ho bisogno di un inno al dubbio e alla vita
“è il sonno e la morte, è credere o no”
Robecchi oggi sul manifesto
Pubblicato da Marcella De Carli
Ripugnanti da guardare e da ascoltare, ma pure spettacolo istruttivo assai. Il cattolici da talk-show televisivo che fanno i gradassi sulla vita e sulla morte (degli altri), in onda senza sosta in queste ore, ci danno preciso il ritratto di quel che sono, e di come vorrebbero questo paese: arretratezza, malafede, dogma e ignoranza. Per dirla con la faccia di Roberto Formigoni: cinica cattiveria e incapacità di amore. La chiamata alle armi è generale. Di colpo, tutti hanno un amico in coma che “sta benissimo”, “è vivissimo”, presto si sveglierà e li batterà a tennis. Chi non ha l’amico in coma, bontà sua, legge. La gerarchetta Meloni – pora cocca, che tenerezza! – interviene in consiglio dei ministri per dire che lei ha letto un libro su uno in coma. Però! Altri si inventano scienziati lì per lì: ripetono cose dette da vescovi o cardinali, che a loro volta le hanno orecchiate dai giornali, che a loro volta le hanno riprese da chissàdove, ma lo fanno col piglio di luminari della medicina. A volte (non sempre) in contraddittorio con medici veri, che trasecolano. Falsa coscienza, ma vera cattiveria. Non ce n’è uno, di questi soldatini della fede, che piantando un altro chiodo sulla croce di papà Englaro non gli dica “poverino”, “gli siamo vicini”. E giù un altro chiodo. Ma poi si svelano. Vogliono fortemente, pretendono, che si applichi quella straordinaria specialità cattolica che è l’ipocrisia. Se l’avesse portata a casa… Se l’avesse lasciata andare in silenzio… Insomma, se avesse accettato la tragedia privata senza pretendere di ottenere un diritto pubblico… ecco, sarebbe stato perdonato. E’ proprio sull’odio per chi reclama diritti che si è saldato l’asse tra le gerarchie cattoliche e il più miscredente di tutti, Silvio Berlusconi. La propaganda di un dogma in ribasso o la volontà di uno scontro istituzionale; gli scarpini rossi di Ratzinger o i mocassini con rialzo di Silvio. I cattolici catodici di pronto intervento sguainano la spada. Purché ad essere calpestate siano le vite degli altri.
Tacete per favore!
Pubblicato da Marcella De Carli
Basta, sta diventando davvero insopportabile l’accanimento sulla famiglia Englaro.
Il papà: sono sconvolto «Sono sconvolto, è un tormento senza fine, non riesco neppure a pensare e riflettere e preferisco continuare a restare nel silenzio». È l’unico commento di Beppino Englaro, il padre di Eluana, che da martedì si è chiuso in un rigoroso silenzio stampa. «Ormai posso sopportare tutto: cosa altro ha da patire una persona che ha perso un figlio? Che dolore maggiore potrebbero provocarmi? Non importa come mi sento io. Quello che conta è la volontà di Eluana». Beppino Englaro è rimasto a Leco per assistere la moglie malata di cancro, le cui condizioni si sono aggravate in questi ultimi tempi.
In un Paese civile si farebbe silenzio, per riprendere ad affrontare il tema a freddo.
Ma noi la civiltà l’abbiamo persa da tempo; avremmo mai immaginato anni fa di avere una legge che di fatto impedisce le cure a degli ammalati (bambini compresi) perchè immigrati senza permesso? Di arrivare a schedare i barboni? Di avere i cittadini che, come nel medioevo coi forconi, possono girare autorizzati a fare le ronde?
E che a difendere la Costituzione attaccata da Berlusconi, che sostiene essere stata scritta in odore di Russia, ci fosse Andreotti?
Roma, 8 feb. (Apcom) - Un’assemblea costituente soggetta all’Unione sovietica? “Io che ne ho fatto parte posso garantire che non abbiamo ricevuto alcuna influenza, né russa né di chicchessia”, ribatte Giulio Andreotti.
Intervistato da ‘Repubblica’, ‘Corriere della sera’ e ‘Stampa’, l’ex presidente del Consiglio, leader democristiano e costituente affronta il tema dello scontro istituzionale tra Berlusconi e Napolitano e il sottostante caso di Eluana Englaro.
“La Costituzione continua a mantenere salda tutta la sua validità, la sua forza. Per i prossimi cinquant’anni non c’è proprio la necessità di modificare la nostra Carta costituzionale”, dice Andreotti. “Non ricordo uno scontro istituzionale come questo”. Il decreto legge? “Non faceva male a nessuno”, ma “un governante non può impicciarsi di una vicenda totalmente privata”. Su Eluana “voterò secondo la mia coscienza”, afferma.