Archivio per April, 2009
Nidi privati convenzionati del Comune di Milano: obbligo o scelta?
Pubblicato da Marcella De Carli
Devo iscrivere Francesca al nido e mi sono ritrovata nelle “novità” comunali, della quali una mi ha particolarmente colpito, ossia il fatto che nella scelta dei 6 nidi che posso fare, due siano privati convenzionati e non comunali.
Ai primi due nidi, i più vicini a casa, vengono assegnati 15 punti, mentre agli altri quattro (da scegliere su tutto il territorio cittadino)
Fino ad altri 4 Nidi d’Infanzia o Sezioni Primavera, nell’ambito del territorio cittadino,
dei quali due comunali e due convenzionati che meglio soddisfano le proprie esigenze.Punti 9
Leggendo questo mi pare di capire che io sia obbligata a scegliere quattro nidi comunali e due convenzionati.
Dato che nessuno dei nidi privati della mia zona mi interessa (e i più vicini sono uno parrocchiale e l’altro ebraico) mi sono trovata piuttosto spiazzata.
Ho quindi telefonato al settore servizi all’infanzia che mi ha confermato che non c’è nessun obbligo.
La cosa non è affatto chiara e mi viene da chiedermi per quale motivo scrivere in quei termini se la scelta è libera. Non era allora meglio scrivere “fino a 4 nidi d’infanzia o sezioni primavera dei quali al massimo due convenzionati”?
Mi sa che non sono l’unica che con questo sistema ha pensato di DOVERE inserire i nidi privati nella propria graduatoria….CUI PRODEST?
La scelta pop del PD milanese
Pubblicato da Marcella De Carli
Popolare o populista?
Da tempo è piuttosto acceso il dibattito sui servizi all’infanzia del comune di Milano e una delle questioni è relativa all’apertura dell’anno scolastico di nidi e scuole dell’infanzia.
L’anno scorso è successo che, a fronte dei disagi causati dal mese di luglio ‘malgestito’, le convergenze tra comune e rappresentanze sindacali, nel rivedere il nuovo calendario, siano state a favore di un ritardo dell’apertura a settembre. Nulla di male, anzi, per come la penso io tutto bene. Peccato che i genitori siano stato informati tramite un sms a fine agosto del posticipo di una settimana dell’apertura delle scuole!
Ecco allora che una battaglia che dovrebbe essere volta a rendere più chiare e trasparenti le comunicazioni tra amministrazione e famiglie è diventata una battaglia affinchè le scuole rispondano ad un’esigenza, tutta milanese, di aprire le scuole dell’infanzia ai primi di settembre.
Copio e incollo un mio commento (a cui non ho ancora ottenuto risposta) al blog di David Gentili, uno dei consiglieri comunali del PD che ha presentato la mozione
ciao david, leggo su ‘la zona milano 6-7-8′ di una mozione presentata da te, paola zajczyk e pierfrancesco majorino circa l’apertura di nidi e scuole dell’infanzia a settembre, in cui chiedete che aprano nella prima settimana. Non ti nascondo che trovo la cosa alquanto discutibile e affatto in linea con quelle che possono essere le tanto decantate opportunità per dei servizi dell’infanzia di qualità. Mi piacerebbe che mi spiegaste perchè questa scelta, sicuramente popolare presso gli stressati genitori milanesi, certamente poco utile a far sì che i bambini ritrovino delle educatrici che abbiano avuto il tempo di programmare, verificare, passarsi il testimone e conoscersi, incontrare se necessario i genitori, nonchè un ambiente riorganizzato, pulito, pensato e non improvvisato.
Barcellona per noi
Pubblicato da Marcella De Carli
Che viviamo tignosi nel nostro piccolo mondo.
Una città che sento da sempre, che ho conosciuto da ragazzina e che ho amato via via di più, che è rimasta nel mio immaginario di adolescente come una specie di “lamerica”, ma ancora di più che ho riconosciuto misticamente (nel mio agnosticismo ha trovato spazio anche questo) come un luogo, un mondo che già mi apparteneva, come un qualcosa di legato ad un mio essere già esistita lì in altro tempo.
Era il 1986 quando con mia madre e con Paola ci sono stata la prima volta, la città era bellissima come oggi nella sua architettura, più povera di oggi, meno popolata. Così la ricordo, più sporca forse, pericolosa anche. La spiaggia della Barceloneta un luogo non molto attraente e deserto. Ho le foto di noi sole sulla spiaggia. Oggi è un mondo vivo più che mai, sicuramente più turistico, comunque aperto e allegro; musica, castelli di sabbia che sono opere d’arte, giochi da spiaggia e, soprattutto, un’aria davvero metropolitana.
Camminando sul lungomare mi rimane impressa l’immagine di una coppia di uomini che, mano nella mano, si siede di fianco a una coppia araba, lei con un lussuosissimo burqa nero. Ecco, in questo senso Barcellona mi sembra così lontana da Milano che rimane invece provincialissima, non perchè queste realtà non
esistano, ma perchè a me sembra che non si incontrino mai.
Potere del web
Pubblicato da Marcella De Carli
E’ iniziato tutto ad ottobre quando, in preda all’ansia da tagli gelmontiani, ho pensato ad un’alternativa alla mia vita, non solo milanese, quanto italiana. Così, due parole su google (”montessori spagna”) e sono capitata in un mondo nuovo. Lo stesso giorno una ragazza francese che vive a Valencia aveva aperto un thread sul forum di un sito dedicato ai genitori in cui si proponeva per un confronto sul metodo montessori…
Ad oggi i thread sono diventati quattro ed è stato aperto un blog e, cosa assai più interessante, ci sono stati già due incontri, due “charlas”, una a Madrid e l’altra, a cui ho appena partecipato, a Barcellona.
Chissà che anche in Italia non riesca a nascere qualcosa di analogo…
Il memorandum della maestra montessori
Pubblicato da Marcella De Carli
Il memorandum è un documento che Maria Montessori scrisse nel 1930/31 nel quale vengono esplicitate le regole di comportamento a cui si deve attenere la maestra montessoriana; è stato riadattato (a cura di Costanza Buttafava) in modo da renderlo attuale nella forma, ma senza alterarne il contenuto.
Curare l’ambiente minuziosamente, affinchè si presenti pulito, ordinato, riparando anche alle conseguenze dell’uso
Più i bambini sono piccoli maggiore deve essere il richiamo all’attenzione e alla cura quotidiana, poiché si verificherà che se per prima la maestra sarà attenta all’ordine e alla precisione dell’ambiente a lei circostante, di conseguenza il bambino assorbirà e farà sua tale modalità.
Inoltre “…nell’ambiente del bambino tutto deve essere misurato oltre che ordinato, e…dall’eliminazione di confusione e di superfluità nascono appunto l’interesse e la concentrazione.” (Maria Montessori - Libera scelta - da “Il segreto dell’infanzia”, pag.162)
Insegnare l’uso degli oggetti: far vedere come si compiono le azioni della vita pratica, con dolcezza ed esattezza, affinchè tutto quanto nell’ambiente possa essere utilizzato da chi lo sceglie
Nulla va dato per scontato, ogni cosa deve essere insegnata, altrimenti non potrà essere fatta nessuna richiesta al bambino; tutto ciò che risulta essere alla portata del bambino deve essere da lui conosciuto bene e quindi gestito autonomamente.
Essere attivi nel mettere il bambino in rapporto con l’ambiente, passivi quando il rapporto è avvenuto
Tutto ciò che è nell’ambiente è a disposizione del bambino, alla sua portata ed egli è libero di utilizzarlo. Una volta messo il bambino in rapporto con l’ambiente è necessario che la maestra lo lasci fare, concedendogli anche di sbagliare, e che osservi, cosicchè ci sarà un momento successivo per poterlo affiancare e per riprendere gli aspetti che contenevano errori:
Interferire è togliere fiducia, è confermare la sua incapacità, significa contribuire a rendere il bambino insicuro.
Osservare il bambino, perché non sfugga lo sforzo vano di chi cerca un oggetto nascosto e l’ansia di chi ha bisogno di sostegno
L’osservazione è strumento prezioso che permette di entrare in sintonia e di capire certe manifestazioni del bambino.
Accorrere dove si è chiamati
Ascoltare e ricambiare dove si è invitati
Spesso l’adulto desidera fermarsi a lungo accanto al bambino con cui sta lavorando; è necessario invece essere mobili e non lasciarsi tentare dal mettere in atto comunicazioni a distanza con altri bambini che richiedono l’intervento della maestra: tale modalità disturba e smentisce il richiamo fatto dal bambino con cui in quel momento non si sta lavorando.
Rispettare il lavoro senza mai interromperlo
La maestra deve rispettare il lavoro del bambino senza interromperlo e, nei casi in cui si trova di fronte alla necessità di farlo per esigenze organizzative, deve premurarsi di preavvisare i bambini del fatto che il lavoro dovrà essere interrotto: ciò che il bambino ha scelto liberamente è frutto di una sua maturazione, perciò il suo lavoro non potrà essere sminuito da un’improvvisa interruzione.
Rispettare chi si riposa o guarda gli altri lavorare, senza richiamarlo ed obbligarlo al lavoro
Prima di richiamare al lavoro un bambino, la maestra montessoriana lo osserva per capire quale sia la motivazione che lo spinge al riposo; è cosa inutile obbligarlo ad interrompere la sua pausa, poiché il lavoro obbligato non deriva dalla sua libera scelta. Dunque risulta inutile il giudizio a priori.
Spesso i bambini osservano e in questo modo apprendono dal lavoro degli altri.
Rispettare chi sbaglia un lavoro, senza l’ansia di correggere subito, perché ogni aiuto inutile è un ostacolo allo sviluppo
L’adulto è spinto dall’istinto di correggere gli errori: è preoccupante il bisogno di intervenire subito, come se l’errore fosse un marchio indelebile.
Se un bambino persiste in qualche errore, l’aggiustamento verrà ripreso in un momento successivo, non quando ha appena terminato il suo lavoro e magari ne è soddisfatto: il rischio è quello di spegnere l’entusiasmo che lo ha spinto, di distruggere gli aspetti emotivi che guidano il suo desiderio di lavorare. Inoltre spesso la correzione è carica di ansia, che spaventa il bambino.
Succede di assistere a correzioni che i bambini si fanno tra di loro e, non di rado, nel loro agire, si mostrano molto severi; si rende necessario allora l’intervento che faccia percepire il concetto di rispetto, della persona e del suo lavoro.
La maestra deve essere un esempio di delicatezza nei confronti dei bambini quando si troverà a correggerli.
Essere instancabili nel ritentare di offrire oggetti a chi già li respinse, ha chi ha imparato e sbaglia
Può essere considerato come un “esercizio spirituale”, in cui ci si trova a cercare tutte le possibili modalità per ripresentare quell’oggetto che per qualche motivo è stato respinto.
Si deve animare l’ambiente con la propria cura, mettendo in evidenza il materiale in modo diverso.
L’atteggiamento non deve mai essere offensivo; la maestra deve saper trasmettere un forte desiderio di fare arrivare il messaggio al bambino, puntando sul legame che ha creato con lui, magari rimanendo in un silenzio intento, cioè carico di preoccupazione (ma non di parole pericolose) facendogli sentire la considerazione in cui lo tiene e con la pazienza di chi ama.
Far sentire la propria presenza a chi cerca, nascondersi a chi ha trovato
Si deve sempre focalizzare l’attenzione su chi ne ha maggiormente bisogno
Apparire a chi ha finito il suo lavoro e ne ha compiuto liberamente lo sforzo, mostrando in silenzio la nostra approvazione
Il bambino deve trovare piacere nello svolgere il lavoro, non deve farlo per compiacere l’adulto e questi non dovrà cercare la sua soddisfazione gratificandolo.
Talvolta è funzionale alla preparazione emotiva del bambino se gli si dà l’approvazione prima che inizi a lavorare.