Siamo già una società multietnica!
Pubblicato da Marcella De Carli
Sicuramente voglio continuare a pensare che l’Italia sia un Paese migliore, più civile, dei suoi governanti. Sicuramente la politica arriva dopo la società su tanti temi, in primis su cambiamenti epocali come quello che riguarda l’immigrazione. Dunque il nostro premier sostiene che noi non vogliamo una società multietnica…qualcuno gli dica che questa società c’è già da un po’ di tempo, per favore!
Siamo migliori dei nostri politici perchè viviamo la vita vera.
Io ho figli che andando nelle scuole pubbliche frequentano bambini di varie etnìe e questo comporta che anche le mamme si parlino. Ho una nuova conoscente, una mamma marocchina, che mi racconta un sacco di cose che io non so, per esempio che il Marocco tra i paesi arabi è uno di quelli in cui le donne sono più libere, che se lei tornasse a casa andrebbe a vivere a Casablanca perchè nel suo piccolo paesino si sentirebbe obbligata a portare il velo (ma ce la ricordiamo l’Italia di qualche decennio fa?), che le ragazze marocchine sono molto “aperte” e questo fa sì che la comunità egiziana, più chiusa, le giudichi….
Questa mamma ha una bambina poco più grande della mia e mi ha regalato dei vestiti per Francesca. Io, per esempio, non sapevo se nel mondo arabo si usa scambiarsi cose usate (benchè ne avessi date alla mia vicina Karima, non ho mai capito se la cosa la disturbava o no).
Ecco, cose piccole come queste, ma che fanno conoscenza e integrazione.
Mi piacerebbe che qualcuno mi raccontasse aneddoti su questo tema.
3 Commenti »
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Antonella Loconsolo dice:
Pubblicato il 15 05 2009 alle 17:21
Si chiama BJ, sono andata a prenderlo alla Malpensa la prima settimana di settembre. Un’ora di controlli, per questo pericoloso criminale: sei anni, nato in Italia, andato a stare dalla nonna in un paesino a 600 km. da Manila perchè la mamma doveva curare i bambini degli altri. Ora la mamma ha un lavoro più stabile ed è andata a riprenderselo. Giù dall’aereo si guarda in giro con una faccia stanca e assonnata, non dice una parola di italiano. Arrivati a casa gli offro un pangocciolo, dà un morso, poi lo getta dalla finestra aperta, giù dal primo piano, sul viale Fulvio Testi. Speriamo che il Mulino Bianco non lo sappia. E’ stato fortunato: niente classe ponte per lui. Una bella classe di tutti i colori dell’arcobaleno dove è stato accolto con una festa e dove ogni oggetto è stato contrassegnato da un cartello col nome in italiano scritto bello colorato. Ogni tanto viene da me a giocare, se la mamma deve fare qualche ora extra per pagare l’affitto. L’altro giorno l’ho sentito parlottare in italiano mentre faceva combattere qualche Gormito. Ho pensato, ci siamo, ecco un piccolo nuovo italiano. E, per un attimo, ho pensato che questo paese ha ancora un futuro.
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eleonora dice:
Pubblicato il 18 05 2009 alle 16:19
Nel mio cortile, che è mooolto multietnico!
La storia: al piano di sopra abitano delle 5 (6?) bambine, tutte femmine, chiamate amichevolmente dagli altri ragazzi del cortile “le pakistane”.
Notare che il “branco” dei giovani del cortile è così composto:
1 italiano (mio figlio)
3 del Salvador
2 marocchini
2 tunisini
6 pakistane, appunto
questi sono i “fissi”, poi ci sono quelli che vengono lì ogni tanto - un altro bel mosaico di provenienze.
Loro, i bimbi, giocano tutti insieme, tra urla e strepiti, giochi di emarginazionazione sessista (tu sei femmina/ maschio e quindi evidentemente non puoi giocare) o di discriminazione legata alla “carriera” (sei troppo piccolo/a, cosa vuoi sapere…lascia stare…).
E io, nel privilegiattissimo ruolo di mamma del piano terra, (per di più proprietaria di due gatti che osservano questi bipedi agitato dalla porta finestra, e che sono osservati con curiosità a loro volta) li conosco tutti.
Loro sono integrati, veramente, anche le pakistane, che non lo erano fino a qualche anno fa. Giocano insieme, si conoscono…litigano persino o fanno accordi e squadre.
Ma le mamme o zie delle pakistane non lo sono per niente: sono invisibili, escono di rado - a spazzare il ballatoio - parlano escusivamente tra loro e non capiscaono - o non vogliono rispondere - a nessuna contatto che gli si propone. Gli uomini non si vedono MAI.
La mamma (e la nonna) dei due bimbi tunisini parlano poco, ma sorridono e salutano. Idem per la famiglia marocchina (mamma con due figli) che però non salutavano e non avevano alcun contatto col cortile fino a quando il padre è morto.
Da quel momento, forse per necessità, o per cessazione ipso facto di una probabile proibizione, adesso so che lei è Maria, la mamma, che mi saluta e mi regala una bottiglia di moscato - che lei non beve, è mussulana - e mi chiede se l’aiuto ad invasare una piccola piantina che ha in mano, che non sa neanche lei perchè l’ha comprata, “forse non ho resistito a questo colori così forte, questo bel giallo, come quello delle terre del mio paese…”
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eleonora dice:
Pubblicato il 22 05 2009 alle 13:52
Sono al lavoro ed esco all’ora di pranzo per procurarmi qualcosa da mangiare. Entro nelle rosticc-gioielleria qui vicino e ordino il mio piattino.
Entra una signora sui 50 anni, elegante e ad alta voce dice:
“E’ una cosa pazzesca, sono troppi, meno male che me ne sono accorta, aveva già in mano il portafogli…incredibile, incredibile…era piccolissima…avrà avuto 5, massimo 6 anni
…”
Signora al banco:
“eh, bisognorebbe prenderli a schiaffi, ecco cosa bisogna fare, così vediamo poi se ci riprovano!”
La signora avventrice mi guarda, un po’ perplessa.
“…beh, dice, al limite bisognerebbe prendere a schiaffi i genitori…al limite”
Banconista “no, no anche loro, tutti, i genitori e loro, tutti insieme…altro che!”
Signora - un po’ alterata: “ma cosa dice? ma le pare che mi metto a schiaffeggiare i bambini? ma cosa dice?” mi guarda e dice, a me ” ma le pare che devo schiaffeggiare una bambina?”
“No, certo signora. Ci mancherebbe, neanche farsi rubare il portafogli, ovvio - dico - guardando la banconista, ma quella degli schiaffi è una pessima idea…adesso vado, mi è passato l’appetito…”
Esco e mi dirigo al bar: meglio prendere un panino, mi dico.
Nell’attesa che il semaforo diventi verde si affianca la signora: “Che commento sgradevole, picchiare i bambini! che idea! non gli dò più confidenza a quella lì! gli dia qualcosa da mangiare, con tutto quello che spreca, con tutti i soldi che ha!”
Eh già…
Storiella zen:
Una sera, mentre Shichiri Kojun stava recitando i sutra, entrò un ladro con una spada affilata e gli ordinò di dargli il denaro se non voleva essere ucciso.
Shichiri gli disse: «Non mi disturbare. Il denaro lo troverai in quel cassetto». Poi si rimise a recitare.
Poco dopo si interruppe e gridò: «Non prendertelo tutto. Domani me ne serve un po’ per pagare le tasse».
L’intruso aveva arraffato quasi tutto il denaro e stava per andarsene. «Ringrazia, quando ricevi un regalo» soggiunse Shichiri. L’uomo lo ringraziò e andò via.
Alcuni giorni dopo quel tale fu preso e confessò, tra gli altri, il furto ai danni di Shichiri. Quando fu chiamato come testimone Shichiri disse: «Quest’uomo non è un ladro, almeno per quanto mi riguarda. Io gli ho dato il denaro e lui mi ha detto grazie».
…