Archivio per la categoria 'Pensierini'
Siamo già una società multietnica!
Pubblicato da Marcella De Carli
Sicuramente voglio continuare a pensare che l’Italia sia un Paese migliore, più civile, dei suoi governanti. Sicuramente la politica arriva dopo la società su tanti temi, in primis su cambiamenti epocali come quello che riguarda l’immigrazione. Dunque il nostro premier sostiene che noi non vogliamo una società multietnica…qualcuno gli dica che questa società c’è già da un po’ di tempo, per favore!
Siamo migliori dei nostri politici perchè viviamo la vita vera.
Io ho figli che andando nelle scuole pubbliche frequentano bambini di varie etnìe e questo comporta che anche le mamme si parlino. Ho una nuova conoscente, una mamma marocchina, che mi racconta un sacco di cose che io non so, per esempio che il Marocco tra i paesi arabi è uno di quelli in cui le donne sono più libere, che se lei tornasse a casa andrebbe a vivere a Casablanca perchè nel suo piccolo paesino si sentirebbe obbligata a portare il velo (ma ce la ricordiamo l’Italia di qualche decennio fa?), che le ragazze marocchine sono molto “aperte” e questo fa sì che la comunità egiziana, più chiusa, le giudichi….
Questa mamma ha una bambina poco più grande della mia e mi ha regalato dei vestiti per Francesca. Io, per esempio, non sapevo se nel mondo arabo si usa scambiarsi cose usate (benchè ne avessi date alla mia vicina Karima, non ho mai capito se la cosa la disturbava o no).
Ecco, cose piccole come queste, ma che fanno conoscenza e integrazione.
Mi piacerebbe che qualcuno mi raccontasse aneddoti su questo tema.
Grazie Veronica!
Pubblicato da Marcella De Carli
Avevo visto la figlia Barbara intervistata da Daria Bignardi e ne avevo apprezzato la formazione steineriana e la simpatia. La Veronica se ne esce ogni tanto con cose così
Una domanda sorge spontanea….ma perchè dunque il matrimonio?
Barcellona per noi
Pubblicato da Marcella De Carli
Che viviamo tignosi nel nostro piccolo mondo.
Una città che sento da sempre, che ho conosciuto da ragazzina e che ho amato via via di più, che è rimasta nel mio immaginario di adolescente come una specie di “lamerica”, ma ancora di più che ho riconosciuto misticamente (nel mio agnosticismo ha trovato spazio anche questo) come un luogo, un mondo che già mi apparteneva, come un qualcosa di legato ad un mio essere già esistita lì in altro tempo.
Era il 1986 quando con mia madre e con Paola ci sono stata la prima volta, la città era bellissima come oggi nella sua architettura, più povera di oggi, meno popolata. Così la ricordo, più sporca forse, pericolosa anche. La spiaggia della Barceloneta un luogo non molto attraente e deserto. Ho le foto di noi sole sulla spiaggia. Oggi è un mondo vivo più che mai, sicuramente più turistico, comunque aperto e allegro; musica, castelli di sabbia che sono opere d’arte, giochi da spiaggia e, soprattutto, un’aria davvero metropolitana.
Camminando sul lungomare mi rimane impressa l’immagine di una coppia di uomini che, mano nella mano, si siede di fianco a una coppia araba, lei con un lussuosissimo burqa nero. Ecco, in questo senso Barcellona mi sembra così lontana da Milano che rimane invece provincialissima, non perchè queste realtà non
esistano, ma perchè a me sembra che non si incontrino mai.
L’inizio della fine per i nidi comunali?
Pubblicato da Marcella De Carli
Come volevasi dimostrare la chiara intenzione dell’amministrazione comunale di Milano è quella di privatizzare il privatizzabile e i nidi d’infanzia saranno i primi ad essere toccati. L’idea è quella di un buono del comune (lo stesso concetto del buono-scuola di formigoni per le scuole private) con il quale le famiglie possono accedere ai nidi privati. Questo significa disinvestire su un servizio pubblico che ha sempre funzionato e accreditare nidi privati che non danno la stessa garanzia di quelli comunali.
Quando ho sentito l’ex (è appena andato in pensione) direttore dei servizi all’infanzia gongolarsi dichiarando quale fosse la fortuna delle famiglie che potevano scegliersi il nido privato con i soldi pubblici ho capito l’aria che tira. Ma è mai possibile che uno parli indirettamente male di qualcosa che amministra?
l’articolo di zita dazzi su repubblica
Ancora sulla religione a scuola
Pubblicato da Marcella De Carli
Dato che i commenti a questo post stanno diventano numerosi riprendo qui la discussione, magari allargando le riflessioni e uscendo un attimo dallo specifico della situazione milanese.
La religione a scuola NON serve a un bel niente, di questo sono più che convinta, e le motivazioni legate alla cultura cristiana finalizzata a una migliore comprensione delle varie “storie”, come la storia dell’arte o quella della musica, mi fanno ridere. Nella mia abissale ignoranza, non avendo nessun tipo di formazione circa la storia della religione cristiana, sono riuscita ugualmente ad affrontare lo studio delle varie discipline impregnate di religione; come dire che per studiare storia antica devo avere l’insegnante di paganesimo…ma per piacere!!!!!!
Ai bambini piccoli fa MALISSIMO che ci sia una persona estranea al loro contesto quotidiano che venga a far loro la morale; ci sono persone più intelligenti e altre meno, ma questo non significa che il principio di cautela non debba valere sempre e comunque, anche a fronte di un’insegnante di religione bravissima e attenta.
Il punto è che gli insegnanti di religione sono una casta di raccomandati che occupano dei posti pubblici avendo potuto accedervi tramite una corsia preferenziale.
Nelle scuole dell’infanzia e primarie l’ora di religione di fatto alleggerisce, essendo in compresenza, il lavoro delle titolari che, nella maggior parte (salvo rare perle di saggezza), si guardano bene dal proporre un’alternativa vera, mentre spesso utilizzano quelle ore per la programmazione, per fare fotocopie, per coprire l’ora del sonno (scuola dell’infanzia) con al seguito i poveri esonerati.
Io mi sono ripromessa, per il prossimo anno scolastico, di non piegarmi alle esigenze della scuola (tipo, appunto, copertura del “dormitorio”), di presentare un progetto alternativo bello bello bellissimo (come potrebbe essere un percorso sui “valori” attraverso la canzone, essendo stata per tanti anni specialista di musica), ma di farlo prima delle iscrizioni e di parlarne ai genitori alla consegna dei moduli, così, per vedere quanti si iscrivono ugualmente all’ora di religione….