Archivio per la categoria 'Pensieroni'
Veronesi su Eluana
Pubblicato da Marcella De Carli
Fuori dal medioevo
Pubblicato da Marcella De Carli
Ma qualcuno davvero ha pensato che saremmo usciti dalla decadenza della scuola grazie a una banda di inquisitori con la coscienza sporca rappresentati da una che non ha mai messo piede in un’aula se non da studentessa? Che con la pedagogia non c’entra nulla e che parla di scuola come ne parlerebbe mia nonna? Che le uniche cose che rivendica come pensiero sono la disciplina e il voto?
Questi sono gli stessi che sono riusciti a pensare di schedare le persone senza fissa dimora solo per il fatto di non avere una casa. Ad obbligare i clandestini a fare a meno delle cure ospedaliere altrimenti rischiano di essere denunciati dai medici. A far nascere bambini nel pericolo perchè le loro madri non andranno in ospedale a partorire.
Gli stessi che sfruttano per fini politici l’agonia di una persona e il calvario della sua famiglia.
Quelli che vogliono mettere mano alla legge basaglia e riaprire i manicomi.
Basta, portatemi fuori dal medioevo.
Eluana, che la morte ti sia dolce
Pubblicato da Marcella De Carli
Siamo coetanee, più o meno. E lo riconosco soprattutto dalle tue foto, quelle che ti ritraggono coi capelli lunghi e il ciuffo da un lato, con le sopracciglia folte. Andava di moda così in quegli anni, ce le ho anch’io delle foto mie simili.
Eluana, io in questi anni sono cresciuta, diventata donna, ho potuto viaggiare, amare, avere dei figli. Non è stato così per te.
Ed ecco come vive ancora oggi Eluana: i suoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non ti vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula dal naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l’intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ribaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto.
“Malgrado non soffra direttamente per il suo stato, dovrebbe essere chiaro a tutti che la sua condizione è priva di dignità. Di lei rimane un corpo privo della capacità di provare qualsiasi esperienza, totalmente nelle mani del personale che la assiste. La sua condizione è penosa per coloro che la assistono e che hanno ormai perduto da tempo la speranza di un risveglio e per i suoi genitori, che hanno perso una figlia ma non possono elaborarne compiutamente il lutto”.
Che la morte ti sia dolce. Contro chi non ti ama e che oggi ha tentato di fermare l’ambulanza buttandosi sul cofano.
Che la morte ti sia dolce. Che non giungano a te quelle voci ipocrite riunite in preghiera.
Che la morte ti sia dolce. Ti giunga l’amore di tutti noi che amiamo la vita. E che la rispettiamo.
Che la morte ti sia dolce. E che la vita ricominci per chi ti ama. Per sempre con te.
Scuole dell’infanzia del Comune di Milano e maestro unico
Pubblicato da Marcella De Carli
Ecco, ho letto l’articolo di Repubblica e mi dispiace dire che la bravissima e gentilissima Zita Dazzi secondo me ha preso una cantonata. Mi spiego. Il sindacato Sdl (che mi pare possa essere una “fonte”) ha messo in giro questo volantino in cui lega tre cose che tra loro centrano sì, ma solo indirettamente, ovvero:
- la riforma gelmini
- il maestro unico
- l’adeguamento agli orari “statali”
Allora, sembra quasi che gli orari delle Scuole d’infanzia statali cambieranno dall’anno prossimo e che il comune si adeguerà. Non solo, parebbe così che sia passato il modello del maestro unico alla materna. Non è così!!!!
Io insegno in una scuola statale, il contratto è diverso da quello comunale perchè prevede 25 ore settimanali a fronte delle 30 del Comune. Ovvero 5 ore al giorno contro le 6 del Comune. Significa che, se la scuola è aperta dalle 8 alle 16, un’insegnante fa dalle 8 alle 13, l’altra dalle 11 alle 16. Compresenza di 2 ore soltanto durante il pranzo.
E’, oggettivamente, poco, molto poco.
Se il Comune volesse adeguarsi allo Stato (ma a quello che già c’è, non c’entra nulla la Gelmini!), potrebbe ipotizzare degli orari tipo: un’educatrice 8/14, l’altra 10/16. Significano comunque quattro ore di compresenza al giorno contro le due dello Stato. Dov’è il maestro unico?
Se poi vogliamo dire che questo andrà ancora di più a scapito della qualità è verissimo. Passeremmo da 5 ore di compresenza (ora una educatrice fa 9/15 e l’altra 10/16, il pre-scuola e il dopo-scuola sono organizzati a turno) a quattro. Riconosco che essere in due piuttosto che da soli spesso è meglio, soprattutto con classi sempre più numerose, con bambini con difficoltà privi di sostegno, con scarsità perenne di materiale e senza nessuna formazione permanente. Io faccio una fatica boia da sola per tre ore, spesso senza il sostegno etc etc….
Però è importante dire le cose giuste. Non ci sarà nessun maestro unico. Semplicemente sarà sempre peggio!
Corrado Guzzanti nel 2001….
Pubblicato da Marcella De Carli