Archivio per la categoria 'Pensieroni'
Il cortile di Eleonora
Pubblicato da Marcella De Carli
Nel mio cortile, che è mooolto multietnico!
La storia: al piano di sopra abitano delle 5 (6?) bambine, tutte femmine, chiamate amichevolmente dagli altri ragazzi del cortile “le pakistane”.
Notare che il “branco” dei giovani del cortile è così composto:
1 italiano (mio figlio)
3 del Salvador
2 marocchini
2 tunisini
6 pakistane, appunto
questi sono i “fissi”, poi ci sono quelli che vengono lì ogni tanto - un altro bel mosaico di provenienze.
Loro, i bimbi, giocano tutti insieme, tra urla e strepiti, giochi di emarginazionazione sessista (tu sei femmina/ maschio e quindi evidentemente non puoi giocare) o di discriminazione legata alla “carriera” (sei troppo piccolo/a, cosa vuoi sapere…lascia stare…).
E io, nel privilegiatissimo ruolo di mamma del piano terra, (per di più proprietaria di due gatti che osservano questi bipedi agitati dalla porta finestra, e che sono osservati con curiosità a loro volta) li conosco tutti.
Loro sono integrati, veramente, anche le pakistane, che non lo erano fino a qualche anno fa. Giocano insieme, si conoscono…litigano persino o fanno accordi e squadre.Ma le mamme o zie delle pakistane non lo sono per niente: sono invisibili, escono di rado - a spazzare il ballatoio - parlano escusivamente tra loro e non capiscono - o non vogliono rispondere - a nessun contatto che gli si propone. Gli uomini non si vedono MAI.
La mamma (e la nonna) dei due bimbi tunisini parlano poco, ma sorridono e salutano. Idem per la famiglia marocchina (mamma con due figli) che però non salutavano e non avevano alcun contatto col cortile fino a quando il padre è morto.
Da quel momento, forse per necessità, o per cessazione ipso facto di una probabile proibizione, adesso so che lei è Maria, la mamma, che mi saluta e mi regala una bottiglia di moscato - che lei non beve, è mussulmana - e mi chiede se l’aiuto ad invasare una piccola piantina che ha in mano, che non sa neanche lei perchè l’ha comprata, “forse non ho resistito a questo colore così forte, questo bel giallo, come quello delle terre del mio paese…”
BJ
Pubblicato da Marcella De Carli
Un breve racconto di speranza. Grazie ad Antonella Loconsolo che lo ha scritto.
Si chiama BJ, sono andata a prenderlo alla Malpensa la prima settimana di settembre. Un’ora di controlli, per questo pericoloso criminale: sei anni, nato in Italia, andato a stare dalla nonna in un paesino a 600 km. da Manila perchè la mamma doveva curare i bambini degli altri. Ora la mamma ha un lavoro più stabile ed è andata a riprenderselo. Giù dall’aereo si guarda in giro con una faccia stanca e assonnata, non dice una parola di italiano. Arrivati a casa gli offro un pangocciolo, dà un morso, poi lo getta dalla finestra aperta, giù dal primo piano, sul viale Fulvio Testi. Speriamo che il Mulino Bianco non lo sappia. E’ stato fortunato: niente classe ponte per lui. Una bella classe di tutti i colori dell’arcobaleno dove è stato accolto con una festa e dove ogni oggetto è stato contrassegnato da un cartello col nome in italiano scritto bello colorato. Ogni tanto viene da me a giocare, se la mamma deve fare qualche ora extra per pagare l’affitto. L’altro giorno l’ho sentito parlottare in italiano mentre faceva combattere qualche Gormito. Ho pensato, ci siamo, ecco un piccolo nuovo italiano. E, per un attimo, ho pensato che questo paese ha ancora un futuro.
Se non c’è strada dentro il cuore degli altri….
Pubblicato da Marcella De Carli
Di chi stiamo parlando?
Pubblicato da Marcella De Carli
“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano anche perché tengono lo stesso vestito per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi o petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti fra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare fra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”.
“Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.
Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”.
Da una relazione dell’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso americano (ottobre 1912)
Se voi foste persone normali
Pubblicato da Marcella De Carli
Ringrazio Girolamo che mi ha girato queste parole
di Moni Ovadia
in “l’Unità” del 9 maggio 2009
Se foste un rom, quella di Salvini non vi apparirebbe come la sortita delirante di un imbecille da
ridicolizzare. Se foste un musulmano, o un africano, o comunque un uomo dalla pelle scura, il
pacchetto sicurezza non lo prendereste solo come l’ennesima sortita di un governo populista e
conservatore, eccessiva ma tutto sommato veniale. Se foste un lavoratore che guadagna il pane per sé e per i suoi figli su un’impalcatura, l’annacquamento delle leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro non lo dimentichereste il giorno dopo per occuparvi di altro. Se foste migrante, il rinvio verso la condanna a morte, la fame o la schiavitù, non provocherebbe solo il sussulto di
un’indignazione passeggera. Se foste ebreo sul serio, un politico xenofobo, razzista e malvagio fino alla ferocia non vi sembrerebbe qualcuno da lusingare solo perché si dichiara amico di Israele. Se foste un politico che ritiene il proprio impegno un servizio ai cittadini, fareste un’opposizione senza quartiere ad un governo autoritario, xenofobo, razzista, vigliacco e malvagio. Se foste un uomo di sinistra, di qualsiasi sinistra, non vi balocchereste con questioni di lana caprina od orgogli identitari di natura narcisistica e vi dedichereste anima e corpo a combattere le ingiustizie. Se foste veri cristiani, rifiutereste di vedere rappresentati i valori della famiglia da notori puttanieri pluridivorziati ingozzati e corrotti dalla peggior ipocrisia. Se foste italiani decenti, rifiutereste di vedere il vostro bel paese avvitarsi intorno al priapismo mentale impotente di un omino ridicolo gasato da un ego ipertrofico. Se foste padri, madri, nonne e nonni che hanno cura per la vita dei loro figli e nipoti, non vendereste il loro futuro in cambio dei trenta denari di promesse virtuali.
Se foste esseri umani degni di questo nome, avreste vergogna di tutto questo schifo.