Archivio per la categoria 'Scuola'
Chi iscrive i figli all’ora di religione dà ragione al Papa
Pubblicato da Marcella De Carli
Bla bla bla bla bla…..e intanto questi dettano legge…..
Come vorrei che tutti quelli che commentano circa la dipendenza della nostra politica dalla Chiesa avessero il coraggio di fare una scelta banale come l’ora alternativa.
Piccole scelte, piccolissime, che magari possono costare uno scazzo con la suocera o una lite coniugale…ma è da queste cose che si incomincia a cambiare!
Presidi spie dei bambini clandestini
Pubblicato da Marcella De Carli
All’interno del ddl sulla sicurezza dunque escono i medici ed entrano i Presidi...fantastico…
Ma qualcuno davvero glielo vuole spiegare alla lega che oltre all’ideologia è una mera questione di buon senso?
Ci tocca sentire Fini dire delle cose di sinistra!
La droga dei tranquilli
Pubblicato da Marcella De Carli
E’ di pochi giorni fa la notizia del rinvio a giudizio del Preside di un liceo di Barletta che ha osato parlare di cannabis e dei suoi effetti con gli studenti.
Male ha fatto l’ingenuo Preside di provincia a dire in sincerità cose banali circa le droghe leggere, meritandosi l’appellativo di cattivo maestro. Forse se ci fosse andato un po’ più pesante se la sarebbe cavata…
Prima di dibattere consiglio una lettura
La scelta pop del PD milanese
Pubblicato da Marcella De Carli
Popolare o populista?
Da tempo è piuttosto acceso il dibattito sui servizi all’infanzia del comune di Milano e una delle questioni è relativa all’apertura dell’anno scolastico di nidi e scuole dell’infanzia.
L’anno scorso è successo che, a fronte dei disagi causati dal mese di luglio ‘malgestito’, le convergenze tra comune e rappresentanze sindacali, nel rivedere il nuovo calendario, siano state a favore di un ritardo dell’apertura a settembre. Nulla di male, anzi, per come la penso io tutto bene. Peccato che i genitori siano stato informati tramite un sms a fine agosto del posticipo di una settimana dell’apertura delle scuole!
Ecco allora che una battaglia che dovrebbe essere volta a rendere più chiare e trasparenti le comunicazioni tra amministrazione e famiglie è diventata una battaglia affinchè le scuole rispondano ad un’esigenza, tutta milanese, di aprire le scuole dell’infanzia ai primi di settembre.
Copio e incollo un mio commento (a cui non ho ancora ottenuto risposta) al blog di David Gentili, uno dei consiglieri comunali del PD che ha presentato la mozione
ciao david, leggo su ‘la zona milano 6-7-8′ di una mozione presentata da te, paola zajczyk e pierfrancesco majorino circa l’apertura di nidi e scuole dell’infanzia a settembre, in cui chiedete che aprano nella prima settimana. Non ti nascondo che trovo la cosa alquanto discutibile e affatto in linea con quelle che possono essere le tanto decantate opportunità per dei servizi dell’infanzia di qualità. Mi piacerebbe che mi spiegaste perchè questa scelta, sicuramente popolare presso gli stressati genitori milanesi, certamente poco utile a far sì che i bambini ritrovino delle educatrici che abbiano avuto il tempo di programmare, verificare, passarsi il testimone e conoscersi, incontrare se necessario i genitori, nonchè un ambiente riorganizzato, pulito, pensato e non improvvisato.
Il memorandum della maestra montessori
Pubblicato da Marcella De Carli
Il memorandum è un documento che Maria Montessori scrisse nel 1930/31 nel quale vengono esplicitate le regole di comportamento a cui si deve attenere la maestra montessoriana; è stato riadattato (a cura di Costanza Buttafava) in modo da renderlo attuale nella forma, ma senza alterarne il contenuto.
Curare l’ambiente minuziosamente, affinchè si presenti pulito, ordinato, riparando anche alle conseguenze dell’uso
Più i bambini sono piccoli maggiore deve essere il richiamo all’attenzione e alla cura quotidiana, poiché si verificherà che se per prima la maestra sarà attenta all’ordine e alla precisione dell’ambiente a lei circostante, di conseguenza il bambino assorbirà e farà sua tale modalità.
Inoltre “…nell’ambiente del bambino tutto deve essere misurato oltre che ordinato, e…dall’eliminazione di confusione e di superfluità nascono appunto l’interesse e la concentrazione.” (Maria Montessori - Libera scelta - da “Il segreto dell’infanzia”, pag.162)
Insegnare l’uso degli oggetti: far vedere come si compiono le azioni della vita pratica, con dolcezza ed esattezza, affinchè tutto quanto nell’ambiente possa essere utilizzato da chi lo sceglie
Nulla va dato per scontato, ogni cosa deve essere insegnata, altrimenti non potrà essere fatta nessuna richiesta al bambino; tutto ciò che risulta essere alla portata del bambino deve essere da lui conosciuto bene e quindi gestito autonomamente.
Essere attivi nel mettere il bambino in rapporto con l’ambiente, passivi quando il rapporto è avvenuto
Tutto ciò che è nell’ambiente è a disposizione del bambino, alla sua portata ed egli è libero di utilizzarlo. Una volta messo il bambino in rapporto con l’ambiente è necessario che la maestra lo lasci fare, concedendogli anche di sbagliare, e che osservi, cosicchè ci sarà un momento successivo per poterlo affiancare e per riprendere gli aspetti che contenevano errori:
Interferire è togliere fiducia, è confermare la sua incapacità, significa contribuire a rendere il bambino insicuro.
Osservare il bambino, perché non sfugga lo sforzo vano di chi cerca un oggetto nascosto e l’ansia di chi ha bisogno di sostegno
L’osservazione è strumento prezioso che permette di entrare in sintonia e di capire certe manifestazioni del bambino.
Accorrere dove si è chiamati
Ascoltare e ricambiare dove si è invitati
Spesso l’adulto desidera fermarsi a lungo accanto al bambino con cui sta lavorando; è necessario invece essere mobili e non lasciarsi tentare dal mettere in atto comunicazioni a distanza con altri bambini che richiedono l’intervento della maestra: tale modalità disturba e smentisce il richiamo fatto dal bambino con cui in quel momento non si sta lavorando.
Rispettare il lavoro senza mai interromperlo
La maestra deve rispettare il lavoro del bambino senza interromperlo e, nei casi in cui si trova di fronte alla necessità di farlo per esigenze organizzative, deve premurarsi di preavvisare i bambini del fatto che il lavoro dovrà essere interrotto: ciò che il bambino ha scelto liberamente è frutto di una sua maturazione, perciò il suo lavoro non potrà essere sminuito da un’improvvisa interruzione.
Rispettare chi si riposa o guarda gli altri lavorare, senza richiamarlo ed obbligarlo al lavoro
Prima di richiamare al lavoro un bambino, la maestra montessoriana lo osserva per capire quale sia la motivazione che lo spinge al riposo; è cosa inutile obbligarlo ad interrompere la sua pausa, poiché il lavoro obbligato non deriva dalla sua libera scelta. Dunque risulta inutile il giudizio a priori.
Spesso i bambini osservano e in questo modo apprendono dal lavoro degli altri.
Rispettare chi sbaglia un lavoro, senza l’ansia di correggere subito, perché ogni aiuto inutile è un ostacolo allo sviluppo
L’adulto è spinto dall’istinto di correggere gli errori: è preoccupante il bisogno di intervenire subito, come se l’errore fosse un marchio indelebile.
Se un bambino persiste in qualche errore, l’aggiustamento verrà ripreso in un momento successivo, non quando ha appena terminato il suo lavoro e magari ne è soddisfatto: il rischio è quello di spegnere l’entusiasmo che lo ha spinto, di distruggere gli aspetti emotivi che guidano il suo desiderio di lavorare. Inoltre spesso la correzione è carica di ansia, che spaventa il bambino.
Succede di assistere a correzioni che i bambini si fanno tra di loro e, non di rado, nel loro agire, si mostrano molto severi; si rende necessario allora l’intervento che faccia percepire il concetto di rispetto, della persona e del suo lavoro.
La maestra deve essere un esempio di delicatezza nei confronti dei bambini quando si troverà a correggerli.
Essere instancabili nel ritentare di offrire oggetti a chi già li respinse, ha chi ha imparato e sbaglia
Può essere considerato come un “esercizio spirituale”, in cui ci si trova a cercare tutte le possibili modalità per ripresentare quell’oggetto che per qualche motivo è stato respinto.
Si deve animare l’ambiente con la propria cura, mettendo in evidenza il materiale in modo diverso.
L’atteggiamento non deve mai essere offensivo; la maestra deve saper trasmettere un forte desiderio di fare arrivare il messaggio al bambino, puntando sul legame che ha creato con lui, magari rimanendo in un silenzio intento, cioè carico di preoccupazione (ma non di parole pericolose) facendogli sentire la considerazione in cui lo tiene e con la pazienza di chi ama.
Far sentire la propria presenza a chi cerca, nascondersi a chi ha trovato
Si deve sempre focalizzare l’attenzione su chi ne ha maggiormente bisogno
Apparire a chi ha finito il suo lavoro e ne ha compiuto liberamente lo sforzo, mostrando in silenzio la nostra approvazione
Il bambino deve trovare piacere nello svolgere il lavoro, non deve farlo per compiacere l’adulto e questi non dovrà cercare la sua soddisfazione gratificandolo.
Talvolta è funzionale alla preparazione emotiva del bambino se gli si dà l’approvazione prima che inizi a lavorare.