Archivio per la categoria 'Servizi infanzia milano'
L’inizio della fine per i nidi comunali?
Pubblicato da Marcella De Carli
Come volevasi dimostrare la chiara intenzione dell’amministrazione comunale di Milano è quella di privatizzare il privatizzabile e i nidi d’infanzia saranno i primi ad essere toccati. L’idea è quella di un buono del comune (lo stesso concetto del buono-scuola di formigoni per le scuole private) con il quale le famiglie possono accedere ai nidi privati. Questo significa disinvestire su un servizio pubblico che ha sempre funzionato e accreditare nidi privati che non danno la stessa garanzia di quelli comunali.
Quando ho sentito l’ex (è appena andato in pensione) direttore dei servizi all’infanzia gongolarsi dichiarando quale fosse la fortuna delle famiglie che potevano scegliersi il nido privato con i soldi pubblici ho capito l’aria che tira. Ma è mai possibile che uno parli indirettamente male di qualcosa che amministra?
l’articolo di zita dazzi su repubblica
Assemblea cittadina “cosa ci aspettiamo oggi dalla scuola dell’infanzia”
Pubblicato da Marcella De Carli
Finalmente l’occasione per un incontro a più voci dove far emergere i bisogni di tutti, in primis dei bambini, nella speranza che gli amministratori in particolare raccolgano l’invito
E dalla parte delle educatrici?
Pubblicato da Marcella De Carli
Sono molto preoccupata dai toni che sento assumere da parte di molti genitori che mi pare abbiano in qualche modo interiorizzato il “brunetta pensiero” e che sempre più si sentono in diritto di giudicare il lavoro degli insegnanti. Io che, si sa, sono una rompicoglioni a 360°, riconosco la presenza di fannulloni nella scuola pubblica, e me ne dolgo. Per la mia esperienza anche in scuole private e in altri luoghi di lavoro devo però ammettere che il fancazzismo è proprio di alcune persone, un’indole che trova terreno fertile ovunque. Nello specifico della scuola dell’infanzia, in cui lavoro, trovo difficilissimo fare la fannullona, andare, che ne so, a fare la spesa mentre i miei 25/28 alunni si ammazzano tra loro, ma possibile che un domani, con impegno, ci riesca.
Nel frattempo oltre a lavorare in condizioni proibitive, dove l’idea di poter fare educazione anzichè assistenza si allontana sempre più, mi tocca anche sentirmi sciorinare i miei privilegi.
Ecco la seconda puntata del botta e risposta tra me una mamma da una mailing list sensibile alle faccende dei servizi all’infanzia del Comune di Milano
(…)penso che sia giusto porsi degli interrogativi circa ciò che riteniamo giusto e opportuno per una scuola di qualità; questo insistere, benchè giustificato dalle esigenze di ognuno, sui tempi di apertura, sento che proprio non è tra quelle che io considero priorità, anzi temo che si finisca per fare il gioco di un’amministrazione che insiste nel voler giustificare ogni cambiamento con la solfa del “ce l’hanno richiesto le famiglie”.
ciao, a presto
marcellaMarcella,mi sembra di capire che sia solo una tua opinione quella che l’apertura il 14 settembre sia per una scuola di qualità.Mi sembra di dedurre da queste tue giustificazioni che tu sei un’insegnante, ma ritengo che manca da parte delle maestre un po’ di conoscenza di come si lavora in aziende che fanno business, dove pianificazione, ricerca di soluzioni che non si rifacciano al passato, innovazione e portarsi il lavoro a casa è una cosa che fanno tutti. Compreso il fatto che al massimo le persone che lavora in azienda hanno 3 settimane di ferie.Scommetto che molte insegnanti sanno trovare soluzioni alternative nel pieno rispetto delle esigenze dei bambini che non siano solo quelle di ritardare l’apertura della scuola.Quindi apprezzando quello che dici, ti chiedo anche di considerare quelle che sono le esigenze della maggior parte dei lavoratori e che non si possono permettere tate.Considera che a molti la crisi finanziaria ha portato un decremento degli “stipendi”. Intendo tutti quelli che lavorano come liberi professionisti, mentre chi lavora come dipendente in questo momento o ha già perso il lavoro o sta per perderlo o comunque non ha un’alta probabilità di perderlo e quindi di sicuro non vede un futuro in cui si possa permettere delle tate.Ora 2 settimane di pianificazione per le attività mi sembra elevato e se vogliamo un ambiente adatto ai bambini dobbiamo allora affrontare il problema di scuole in cui cadono tetti o piene di scarafaggi o cortili pericolosi o bagni maleodoranti…Devo inoltre sottolineare che le insegnanti dovrebbero avere, proprio per il ruolo che hanno deciso di avere nella proprio vita, una maggiore etica e denunciare tali mancanze strutturali prima ancora di decidere dove “mettere gli armadietti”! Mentre per la mia esperienza, non lo fanno.Ora mi piacerebbe che anche tu possa capire le esigenze di altri genitori per cercare di fare un fronte comune. Ora l’anno scorso hanno creato a molti problemi per l’apertura della scuola l’8 di settembre, quest’anno invece dicono il 14 e cosa pianificano per l’anno prossimo? a ottobre come 40 anni fa?Immagino che questo per gli insegnanti sia positivo a meno che non significa anche una diminuzione della vostra rettribuzione.Quindi valutare come si stanno muovendo mi sembra importante.Non ho mai fatto mistero di essere un ‘insegnante (scuola dell’infanzia) statale, motivo per il quale non ho interessi specifici nelle magagne comunali.Se l’invito è quello a considerare la scuola un’azienda, mi spiace, non sono affatto in linea e spero e credo di non essere l’unica (come genitore prima ancora che come insegnante)
Non colgo la provocazione circa le allusioni a quelli che parrebbero essere i privilegi della categoria, invito soltanto quei genitori (e da madre di tre bambini mi ci metto anch’io) che faticano magari con uno o due bambini ad immaginare l’impegno quotidiano delle educatrici. Potrebbere essere interessante uno scambio di ruoli, così, per rendersi conto del perchè si è anche ventilata l’ipotesi di mettere le insegnanti della scuola dell’infanzia nelle categorie a rischio.
La scuola non può e non deve essere un ammortizzatore sociale ma un servizio ai bambini e i genitori non dovrebbero in alcun modo entrare nel merito delle necessità di programmazione del curricolo, mentre sarebbe opportuno (cosa che vedo accadere sempre meno) un confronto sulle scelte educative che devono essere, quelle sì, condivise. Quindi, se ai fini di una buona scuola necessitano due settimane a settembre questo non è argomento nel quale il genitore deve entrare, viceversa, se ritiene opportuno chieda all’amministrazione un centro estivo per settembre e per il luglio (come si fa per le elementari). Che questi siano gestiti internamente dall’amministrazione o esternamente (cooperative) può essere argomento di confronto.
I problemi legati all’apertura di settembre dell’anno scorso sono stati (anche per me) legati al mancato preavviso, avendo l’amministrazione riservato ai genitori lo stesso trattamento che aveva avuto con le sue educatrici circa la faccenda del luglio (cioè avvisare all’ultimo momento dei cambiamenti)Dissento profondamente dalla tua critica alle non-denuncie delle insegnanti rispetto allo stato in cui versano le scuole. Io, come presidente di consiglio di scuola (quindi come genitore) per sanare una situazione vergognosa della scuola di mio figlio ho sporto denuncie ai vigili, alla ASL, ho fatto telefonate chilometriche ai responsabili dei vari settori quasi quotidianamente e, guarda un po’, solo quando la cosa è uscita su un giornale abbiamo avuto ascolto.
Lavoro in un comune fuori milano (con una giunta di sinistra, giusto per non far torto a nessuno) e per anni ho denunciato pericoli nel nostro giardino che sono stati puntualmente segnalati all’amministrazione ma che non hanno avuto molto seguito, se non quando si sono mossi i genitori.Scusa, ma mettere in dubbio l’etica delle educatrici e deridere il loro lavoro parlando di come posizionano gli armadietti è davvero inutile.
Credo in ogni caso che una polemica in questi termini non giovi a nessuno, e fare la gara a chi sta messo peggio men che meno. Motivo per il quale mi sottrarrò ad altre discussioni, invitando però a non fare muro ma ad aprirsi ad un confronto sano.
ciao
marcella
Ancora sulla religione a scuola
Pubblicato da Marcella De Carli
Dato che i commenti a questo post stanno diventano numerosi riprendo qui la discussione, magari allargando le riflessioni e uscendo un attimo dallo specifico della situazione milanese.
La religione a scuola NON serve a un bel niente, di questo sono più che convinta, e le motivazioni legate alla cultura cristiana finalizzata a una migliore comprensione delle varie “storie”, come la storia dell’arte o quella della musica, mi fanno ridere. Nella mia abissale ignoranza, non avendo nessun tipo di formazione circa la storia della religione cristiana, sono riuscita ugualmente ad affrontare lo studio delle varie discipline impregnate di religione; come dire che per studiare storia antica devo avere l’insegnante di paganesimo…ma per piacere!!!!!!
Ai bambini piccoli fa MALISSIMO che ci sia una persona estranea al loro contesto quotidiano che venga a far loro la morale; ci sono persone più intelligenti e altre meno, ma questo non significa che il principio di cautela non debba valere sempre e comunque, anche a fronte di un’insegnante di religione bravissima e attenta.
Il punto è che gli insegnanti di religione sono una casta di raccomandati che occupano dei posti pubblici avendo potuto accedervi tramite una corsia preferenziale.
Nelle scuole dell’infanzia e primarie l’ora di religione di fatto alleggerisce, essendo in compresenza, il lavoro delle titolari che, nella maggior parte (salvo rare perle di saggezza), si guardano bene dal proporre un’alternativa vera, mentre spesso utilizzano quelle ore per la programmazione, per fare fotocopie, per coprire l’ora del sonno (scuola dell’infanzia) con al seguito i poveri esonerati.
Io mi sono ripromessa, per il prossimo anno scolastico, di non piegarmi alle esigenze della scuola (tipo, appunto, copertura del “dormitorio”), di presentare un progetto alternativo bello bello bellissimo (come potrebbe essere un percorso sui “valori” attraverso la canzone, essendo stata per tanti anni specialista di musica), ma di farlo prima delle iscrizioni e di parlarne ai genitori alla consegna dei moduli, così, per vedere quanti si iscrivono ugualmente all’ora di religione….
Dalla parte dei bambini
Pubblicato da Marcella De Carli
Ultimamente vivo una grossissima frustrazione nel confronto con tanti genitori che mi sembra non abbiano profondamente presenti quali siano i bisogni dei loro bambini. Mi pare che sempre più ci siano persone disposte a barattare il benessere dei propri figli con la necessità di “piazzarli” da qualche parte, possibilmente spendendo il meno possibile, con garanzia non tanto di qualità del servizio, quanto di copertura massima di giorni e orari.
Siamo un paese schizofrenico, dove un ministro incompetente di un governo eletto dalla stragrande maggioranza degli italiani per tagliare sulla scuola rilancia la necessità del maestro unico dei bei tempi andati e un’orario scolastico ridottissimo, e dove, contemporaneamente, gli stessi elettori desiderano una bella scuola di 10 ore al giorno per 11 mesi all’anno dove sistemare i loro figli. Non disposti a sacrifici, soprattutto di natura economica (per esempio pagarsi una baby sitter per non lasciare un bambino piccolo a scuola troppo tempo, o un centro estivo di qualità), se il servizio è pubblico, gli stessi genitori poi valutano l’opportunità dell’iscrizione alle scuole private (notoriamente più scadenti ma con garanzia di copertura del servizio massima) per evitare i problemi legati ad eventuali “disservizi”.
Un esempio nella mia risposta a questo genitore che critica la possibilità che le scuole dell’infanzia milanesi possano tornare ad aprire all’utenza in sincronia con quelle statali, non più ai primi di settembre come ora.
non vedo perchè se la scuola è sempre iniziata all’inizio settembre non debba continuare così o a poco a poco ci riportano l’inizio della scuola a ottobre.
In ogni caso (anche se il discorso economico non è da sottovalutare speci in questi tempi) secondo me i bambini stanno meglio con i coetanei che con nonni o baby sitter.Credo che in ogni caso vadano rispettate le esigenze di tutti e se uno può nessuno gli impedisce di tenere i bimbi a casa, no?Poi non so cosa intendete con ambiente più accogliente ……. cosa fanno puliscono, imbiancano per 2 settimane!Intanto la scuola (e il nido) non sono “sempre” iniziati ai primi di settembre, anzi. Questo dell’anticipo inizio scuola è stato uno degli elementi peggiorativi introdotti negli ultimi anni. Ecco perchè è importante che i genitori si sforzino un po’ di più di entrare nel merito di ciò che succede a scuola.
Vuoi sapere che cosa significa preparazione dell’ambiente? Bene, a volte, paradossalmente, significa anche imbiancare (si fa per dire, ma succede anche questo di questi tempi!). Cmq nella fascia d’età che va dai 3 ai 6 anni è ormai riconosciuta l’importanza dell’ambiente, dove per ambiente si intendono sia gli spazi, sia il materiale messo a disposizione del bambino: l’educatrice prepara l’ambiente affinchè il bambino possa fare le sue scelte di tipo manuale e intellettuale. Deve essere uno spazio vivo, accogliente, pulito, luminoso, strutturato in modo tale che gli arredi separino in zone di lavoro (suddivise in aree tematiche). Lo spazio deve essere organizzato in modo logico, chiaro e che risponda ai bisogni di QUEI bambini (a questo serve il confronto con i genitori e tra educatrici). Il materiale va continuamente aggiornato, ma è importantissimo come si “parte”, perchè è fondamentale che l’ambiente sia accogliente per età, interessi e abilità diversi.
Quindi serve del tempo per incontrarsi, magari CONOSCERSI (succede sempre più spesso ultimamente che ci sia un grosso ricambio di personale, perchè le educatrici stanno letteralmente scappando dal comune verso lo stato!), incontrare se necessario i genitori (per esempio dei nuovi iscritti, se i colloqui non sono stati ancora fatti, oppure dei bambini già frequentanti per essere aggiornati di eventuali grandi cambiamenti avvenuti….), programmare il lavoro insieme, allestire gli spazi e i materiali.
Non mi sembra poco.Non sempre i bambini stanno meglio con coetanei, se la situazione è scadente…E siccome come genitori siamo molto esigenti rispetto alle persone che si prendono cura dei nostri figli (non so tu, ma io con i nonni sono una vera rompiscatole e sulle eventuali baby sitter molto esigente), sarebbe bene che pretendessimo anche dalla scuola la qualità prima della copertura del servizio a qualunque costo.