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Gli immigrati in provincia: marocchini sull’appennino
Pubblicato da Marcella De Carli
Sono stata alcuni giorni a Toano, il paese dei miei nonni, luogo amato e discusso, come capita ai posti della nostra formazione e delle origini. Un paese che ha fatto parte della storia e che pare averla dimenticata.
Mi è utile guardare l’Italia da un’altra prospettiva che non sia quella milanese, cittadina e particolare. Cogliere gli umori delle persone della provincia è ancora più indicativo.
” sono stata a trovare mia nonna a Gusciola e ho visto un capriolo! vicinissimo, quasi in mezzo alla strada! Ma come mai se ne vedono tanti ultimamente?” “eh…come mai? perchè sono protetti” “ah…non si possono cacciare?” “e sì, qui solo a caprioli e marocchini danno la protezione”
Cerco di capire che cosa significhi questo commento. A Toano da un po’ di anni sono comparsi gli immigrati. Molti (tutti?) impiegati nelle ceramiche della bassa, vivono in montagna, probabilmente a causa del costo minore degli affitti. Qualcuno mi dice che il Comune ha a disposizione dei fondi statali da utilizzare a favore di queste “categorie” svantaggiate; ecco allora che compare, ad esempio, lo scuolabus per i figli dei marocchini. Bene, penso io, almeno siamo sicuri che i bambini andranno a scuola. E questo mi pare, in prospettiva, una buona semina per il futuro. Male, mi dicono, perchè per noi non c’è questo servizio. Chiedetelo allora, se vi serve, penso io.
Le ceramiche sono in crisi e i primi a restare a casa pare che siano gli stranieri. Questo non crea una sensazione di sicurezza. Ma mi dicono anche che molti di loro pensano di rientrare nel loro Paese. Bene, pensano i toanesi. Però…però se se ne vanno si svuoteranno le classi delle scuole….Scuole che a malapena riescono a restare aperte, grazie ai tentativi di smantellamento di questo governo.
Siamo già una società multietnica!
Pubblicato da Marcella De Carli
Sicuramente voglio continuare a pensare che l’Italia sia un Paese migliore, più civile, dei suoi governanti. Sicuramente la politica arriva dopo la società su tanti temi, in primis su cambiamenti epocali come quello che riguarda l’immigrazione. Dunque il nostro premier sostiene che noi non vogliamo una società multietnica…qualcuno gli dica che questa società c’è già da un po’ di tempo, per favore!
Siamo migliori dei nostri politici perchè viviamo la vita vera.
Io ho figli che andando nelle scuole pubbliche frequentano bambini di varie etnìe e questo comporta che anche le mamme si parlino. Ho una nuova conoscente, una mamma marocchina, che mi racconta un sacco di cose che io non so, per esempio che il Marocco tra i paesi arabi è uno di quelli in cui le donne sono più libere, che se lei tornasse a casa andrebbe a vivere a Casablanca perchè nel suo piccolo paesino si sentirebbe obbligata a portare il velo (ma ce la ricordiamo l’Italia di qualche decennio fa?), che le ragazze marocchine sono molto “aperte” e questo fa sì che la comunità egiziana, più chiusa, le giudichi….
Questa mamma ha una bambina poco più grande della mia e mi ha regalato dei vestiti per Francesca. Io, per esempio, non sapevo se nel mondo arabo si usa scambiarsi cose usate (benchè ne avessi date alla mia vicina Karima, non ho mai capito se la cosa la disturbava o no).
Ecco, cose piccole come queste, ma che fanno conoscenza e integrazione.
Mi piacerebbe che qualcuno mi raccontasse aneddoti su questo tema.