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Lettera di una precaria a Babbo Natale
Pubblicato da Marcella De Carli
ricevo e giro:
Caro Babbo Natale,
sono una povera PRECARIA DELLA SCUOLA, ti scrivo per chiederti un piccolo regalo per Natale.
Non ti chiedo un posto a tempo indeterminato, magari un “ruolo” nuovo fiammante con tanto di retribuzione nei mesi estivi e scatti d’anzianità.
Non ti chiedo una scuola che non sia a 40 km da casa mia, per non dovermi svegliare tutte le mattine alle 5 e non ti chiedo neanche di non dovermi spostare come una trottola da una scuola all’altra o di non dover lasciare ogni anno i miei studenti.
Non ti chiedo di non vedere più la scuola italiana ridotta così, 130mila di miei colleghi messi in mezzo ad una strada dopo decenni di precariato, scuole chiuse perché troppo piccole, sperimentazioni eliminate,disabili che non hanno più l’insegnante di sostegno, classi di 35 studenti e tutta la stampa a darci dei fannulloni.
Non ti chiedo 13 miliardi di euro per mettere a norma le scuole ed impedire che altri innocenti muoiano.
Non ti chiedo che venga ritirata l’incivile mozione Cota che con le classi-ghetto introduce la segregazione nelle nostre scuole.
E non ti chiedo neanche di fare in modo che sia ritirata la proposta di legge Aprea che darà ai presidi il pieno controllo delle assunzioni e ci condannerà al precariato a vita con contratti triennali.Non ti chiedo niente di tutto ciò, perché so che non riusciresti neanche tu a convincere la Gelmini, Tremonti e Brunetta ad investire nella scuola pubblica.
Ti chiedo solo una piccola cosa: un biglietto per venire a stare a casa tua, a fare la renna… Ti prego, rispondimi, l’anno prossimo rimarrò senza lavoro e non sopporto più di vedere la scuola pubblica cadere a pezzi.
Comunicato stampa di ieri semplice semplice dalla gelmini per noi….
Pubblicato da Marcella De Carli
Ufficio Stampa | |
La scuola cambia | |
Roma, 18 dicembre 2008 | |
Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato i decreti per la riorganizzazione delle scuole per l’infanzia, elementari, medie e superiori.
Per la prima volta in Italia dopo la Riforma Gentile del 1923, si mette mano alla scuola con una riforma organica di tutti i cicli (elementari, medie, superiori). Elementari e medie cambiano dal 1° settembre 2009, le superiori dal 1° settembre 2010. La riforma porta a sistema le migliori sperimentazioni attuate negli anni e lo fa in una visione di insieme e non con interventi su parti singole scollegate dal resto, come spesso accaduto in passato. I principi che ispirano la riforma sono: più chiarezza e opportunità per le famiglie, più efficienza, semplificazione e snellimento dell’organizzazione e delle procedure, valorizzazione del ruolo dei docenti. Quali scuole cambiano
Dell’infanzia, Elementari, Medie, Superiori. Le principali novità
2 nuovi licei + ampliamento liceo artistico. Rivoluzionati gli istituti tecnici
Rivoluzionati gli istituti tecnici: i nuovi istituti tecnici saranno quelli richiesti dal mondo del lavoro. 2 settori e 11 indirizzi: uno economico e l’altro tecnologico. Unico maestro di riferimento alle elementari. Abolito il modulo
Alle elementari viene abolito il modulo a più maestri e viene introdotto l’unico maestro di riferimento. Fine dell’epoca delle frammentazione degli indirizzi
Si pone fine alla frammentazione degli attuali percorsi di studio ed a sperimentazioni che hanno portato più di 750 indirizzi e una confusione non più funzionale e sostenibile. Per ragazzi e famiglie più chiarezza nella scelta. Stage in azienda il 5°anno delle superiori
Al quinto anno opportunità di svolgere stage in azienda. Più inglese. Obbligatorio in tutti i 5 anni delle superiori
Più inglese in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Nelle superiori viene reso obbligatorio per tutti e 5 gli anni. Ad esempio, al classico era presente solo al ginnasio. Ore di lezione da 60 minuti e non più da 50
Le ore di lezione passano da 50 minuti effettivi a 60. Fine della consuetudine per cui le ore sono di 50 minuti e non di 60. Il numero totale delle ore lavorate aumenta di fatto il numero di ore insegnate. Nei tecnici al 5° anno delle superiori una materia sarà insegnata in inglese
Una materia non linguistica verrà insegnata in inglese. Tecnici 2+2+1
Gli istituti tecnici saranno organizzati in 2+2+1 anni. Il primo biennio con un contenuto formativo di base: italiano, matematica, ecc. Il secondo biennio specialistico a seconda degli indirizzi. L’ultimo anno sarà di perfezionamento mirato all’indirizzo scelto. Centralità dei laboratori
Saranno dei veri e propri centri di innovazione attraverso la costituzione di dipartimenti di ricerca. Governance
I tecnici si aprono al mondo del lavoro con esperti e professionisti che possono entrare nel comitato scientifico della scuola. I bambini a scuola a 2 anni e mezzo
Si introduce nella scuola dell’infanzia la possibilità di anticipare l’iscrizione a 2 anni e mezzo. Alle medie possibilità di fare 5 ore di inglese
Nelle medie inglese potenziato, se le famiglie lo desiderano: passa da 3 a 5 ore. Più soldi ai docenti migliori
Dal 2011 i docenti migliori potranno ricevere un premio produttività che potrà arrivare fino a 7.000 euro l’anno. Corsi di italiano per stranieri
Alle medie le due ore della seconda lingua potranno essere utilizzate per corsi di italiano per stranieri. Due lingue obbligatorie nei nuovi licei
In tutti i nuovi licei (musicale coreutico, artistico e scienze umane), due lingue obbligatorie. Più matematica e scienze
Più matematica e scienze in tutte le scuole. Ad esempio nei licei scientifico e classico potenziate le materie scientifiche. |
Buon Natale povera scuola pubblica, una lettera dal sud
Pubblicato da Marcella De Carli
Ricevo e pubblico la bella lettera di Donata (da Foggia) che chiarisce come i tagli vadano a distruggere esperienze significative come quella del modulo (non solo il tempo pieno) che al sud riguarda la maggior parte delle realtà scolastiche.
Carissimi tutti, ieri mi hanno telefonato dall’Attacco, quotidiano della provincia di Foggia, pieni di entusiasmo perchè sembrava che il maestro unico fosse rientrato, ho subito chiarito che non era vero. Ho dovuto spegnere diversi entusiasmi, ho dovuto dire a colleghe e amici, che in fretta si erano entusiasmati per il passo indietro della gelmini, che bisognava andarci più che cauti e che ciò che viene distrutto e su cui non torneranno indietro è proprio il modulo che tanto abbiamo difeso in questi anni nella nostra scuola e nelle scuole sopratutto del sud. Scusate la franchezza ma resta chiaro che l’intenzione è quella di distruggere la scuola pubblica, fare sì che il sapere diventi piccola cosa, propinabile in pacchetti, sufficienti 24 ore settimanali. Ricordo che sono una menzogna anche le 24 ore perché in esse sono da considerare le 2 ore di religione obbligatorie a settimana e probabilmente l’ora di inglese. Cosa resta? Si vuole distruggere il modulo, la fucina di confronto, di relazione per eccellenza, la parità tra insegnanti, la condivisione e la corresponsabilità nei confronti degli alunni e della valutazione degli apprendimenti. La gelmini lo dice chiaramente nell’intervista allla stampa, non è abolito l’insegnante unico, vale a dire colui o meglio colei che ha la responsabilità della classe, altri insegnanti sono satelliti che ruotano intorno, anche quando l’orario è superiore alle 24, anche fino alle 40 del tempo pieno, abolite del tutto le ore di compresenza e di confronto, che già ridotte al minimo, attualmente equivalgono ad un’ora a classe per insegnante. Un’ora preziosissima in cui ti dai da fare a colmare vuoti, per stare vicino a chi ha bisogno di più tempo, a chi, per capacità piuttosto elevate, cerchi di presentare problemi più complessi per non farlo annoiare; un’ora per parlare con la collega della bambina che senti strana da qualche giorno e che forse lei ha saputo interpretare meglio di te, per preparare un passaggio di apprendimento in forma laboratoriale perché le intelligenze sono multiple e per alcuni non basta la parola per comprendere, per organizzare un lavoro più complesso, per aiutare la collega in alcuni passaggi, spesso per sostituire i colleghi assenti e offrire ad alunni di classi non tue una presenza comunque qualificata, per non scioglire il gruppo classe e mandare i bambini sparpagliati in altre classi per tante ore. Un’ora per tamponare tutte le emergenze, le fotocopie che devi farti da sola perché magari manca il bidello; organizzare un’uscita, parlare con i genitori, scambiare una poesia, suggerire un libro a una collega. Parlare con i colleghi che come te hanno attraversato tante stagioni e tante riforme, con cui continui ad adattare e piegare le teorie alle difficoltà di ogni giorno, alla vita nel suo pulsare e sorprendere, per passione, solo per passione. Passione verso una scuola che ha tenuto perché gli insegnanti hanno continuamente adottato il modo di programmare, di organizzare il lavoro, di affrontare modelli di valutazione a volte veramente assurdi, perchè non mortificassero i corpi e le menti degli studenti. Scusate lo sfogo!!! Ma mi è sembrato che in giro ci fosse voglia di non occuparsi più di scuola!!!Un oscillare tra “a che serve lottare, i giochi sono fatti!” e l’attuale “va bene, è tutto rientrato!” Non è il momento di tirare sospiri di sollievo anche se è più comodo, anche se dobbiamo pensare positivo perché è Natale e magari se ci deprimiamo consumiamo meno e questo non fa bene al paese. Buon Natale povera scuola pubblica, Buon Natale a tutti. Donata
La correzione degli errori
Pubblicato da Marcella De Carli
Nella direzione dell’infondere fiducia si muove anche l’atteggiamento nei confronti dell’errore: l’insegnante montessoriana deve dimostrarsi capace di accettare gli errori e di gratificare gli sforzi. L’intervento dovrà essere limitato mentre è necessario essere generosi nell’incoraggiamento e nell’affiancamento.
“Qualunque cosa sia fatta nella scuola da insegnanti, da bambini o da altri, ci sono sempre errori. Nella vita della scuola deve entrare il principio che non è importante la correzione, ma il controllo individuale dell’errore, che ci dice se abbiamo ragione o no. Io devo sapere se ho lavorato bene o male, e, se prima avevo considerato l’errore con leggerezza, ora esso mi diventa interessante. Nelle comuni scuole un alunno sbaglia senza saperlo, inconsciamente o con indifferenza, perchè non è lui che deve correggere i propri errori, ma è l’insegnante che se ne incarica. Quanto è lontano quel procedimento dal campo della libertà! Se io non ho l’abilità di controllare i miei sbagli, devo rivolgermi a qualcuno che può non sapere meglio di me. Quanto è più importante invece capire gli sbagli che si fanno e sapersi controllare……
….La possibilità di procedere consiste in gran parte nell’avere libertà ed una via sicura, ed i mezzi di dire a noi stessi se e quando sbagliamo. Quando riusciamo a seguire questo principio nella scuola e nella vita pratica, non importa che l’insegnante o la madre siano o no perfette. Gli errori commessi dagli adulti hanno un che d’interessante, e i bimbi simpatizzano con essi, in maniera però completamente staccata. Diventa per loro un aspetto della natura, ed il fatto che tutti possiamo sbagliare provoca nel loro cuore un grande affetto; è una nuova ragione di unione tra madre e bambino. Gli errori ci avvicinano e ci fanno più amici: la fratellanza nasce meglio sul sentiero degli errori che su quello della perfezione. Se uno è perfetto non può più cambiare: due persone perfette messe insieme per solito combattono fra loro perchè non vi è possibilità di mutare e di capirsi.”
(Maria Montessori - L’errore e il suo controllo - da “La mente del bambino, pag.246/247)
“Chi può dirsi contrario al voto in condotta, al grembiule, al ritorno ai voti?” Io, per esempio, signora ministra!
Pubblicato da Marcella De Carli
Ecco alcuni stralci di un’intervista di Claudio Sabelli Fioretti alla Gelmini apparsa su “La stampa” il 1° dicembre.
Credo che il ministro meriti alcune risposte chiare…
Il film della sua vita?
«Recentemente mi ha colpito “La classe”. Mi ha suggestionato la figura di un ragazzo cinese, inserito in una classe francese, che denuncia la difficoltà ad integrarsi a causa del fatto che non conosce la lingua… E questo mi ha convinto del fatto…»… che ci vogliono le classi ponte.
«La conoscenza della lingua e della Costituzione è importante per l’integrazione».Ma saranno classi o saranno corsi?
«Sono favorevole alle classi ponte, ma ci saranno anche corsi pomeridiani di italiano per stranieri…».Classi o corsi? Non è la stessa cosa.
«Un supporto aggiuntivo ai ragazzi immigrati ci vuole».Classi speciali.
Si formerà una classe, adesso non so, è un problema organizzativo, didattico, non certo di razzismo».Ministro, se crea dei corsi è didattica, se crea delle classi è razzismo.
«Ci si divide sempre sul pro e sul contro. Stavolta tirando in ballo questo spettro del razzismo…».Il libro della sua vita?
«Diversi. A volte rileggo i Promessi Sposi».Lei viene accostata al «Libro Cuore».
«Sono stata accusata di avere uno sguardo rivolto al passato, di volere una scuola non moderna».Invece?
«Invece credo che disciplina, rigore negli studi, rispetto degli altri siano valori attuali».Sua sorella Cinzia fa l’insegnante. Ma è della Cgil.
«Andiamo molto d’accordo».Si è data malata per non fare lo sciopero contro di lei. Ma l’hanno criticata lo stesso.
«È sciocco speculare su queste cose».La pensate alla stessa maniera?
«Mi dà molti consigli. Condivide le mie proposte, anche perché sono di buon senso. Chi può dirsi contrario al voto in condotta, al grembiule, al ritorno ai voti? Non siamo mica davanti alla Grande Riforma della scuola. Questa è normale manutenzione».Il maestro unico…
«I bambini non hanno bisogno di insegnanti specialistici ma di qualcuno che insegni loro a leggere, a scrivere e a fare di conto».Ma il tempo pieno?
«Le classi a tempo pieno aumenteranno».Un maestro solo farà tutto il tempo pieno?
«Maestro prevalente».Mi aiuti. Il maestro fa 22 ore. Diciamo dalle 8 alle 12. E poi?
«Ci saranno altri insegnanti».Invece della compresenza, la presenza a seguire.
«Per questo si parla di maestro prevalente».E il non prevalente, che fa?
«Inglese, informatica, religione, dipende…».Il maestro di religione rimane?
«Sì».Non è un po’ anacronistico?
«È importante difendere le nostre radici, la nostra cultura…».La nostra cultura la facciamo difendere dai sacerdoti?
«La nostra cultura è permeata dalla cristianità».Facciamo un’potesi: una classe composta soltanto da bambini musulmani. Gli raccontiamo di Gesù Cristo?
«Chi viene nel nostro Paese deve conoscere le radici, la cultura, le tradizioni».Zapatero ha eliminato il crocifisso dalle scuole.
«Da noi rimane ancora. Grazie a Dio. Non offendiamo i musulmani se lasciamo nelle nostre aule il crocifisso».Il problema non sono i musulmani, sono i laici.
«Massimo rispetto per chi non crede. Ma il crocifisso non è un’offesa per nessuno».