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A proposito di crocifisso in classe
Pubblicato da Marcella De Carli
Con questa sentenza la Corte Europea dei diritti dell’uomo stabilisce che il crocifisso in aula viola la libertà dei genitori di educare secondo le proprie convinzioni. Che possono essere, come nel mio caso, quelle di chi crede che il dubbio sia una gran bella fede.
E, già che siamo in tema, dirò che le ultime uscite circa la possibilità di introdurre l’ora di religione islamica nelle scuole mi sembrano quanto di più lontano da quel buon senso laico che dovrebbe connotare la scuola pubblica. A nessuno serve davvero, se non a chi la insegna, l’ora di religione, sia essa cattolica, musulmana, ebraica o buddista. E non mi convince nemmeno la proposta dell’ora di storia delle religioni…risponde a un reale bisogno degli alunni? Perchè se si parla di adolescenti è un discorso, se si parla di bambini a partire dai tre anni non saprei…
Con tutto quello che manca alla formazione dei nostri figli (da noi l’inglese non è ancora iniziato grazie ai tagli gelmini-tremonti) siamo sicuri che ci serva proprio la formazione spirituale? E a chi sarà affidata, nel caso?
La scuola è finita
Pubblicato da Marcella De Carli
La scuola è finita. E con la fine dell’anno scopriamo la fine di un sacco di cose, soprattutto la fine dell’idea di una scuola democratica, per tutti, per chi va avanti e per chi resta indietro, per chi è avvantaggiato da risorse personali e familiari e per chi è affaccendato nella sopravvivenza.
Un ottimo resoconto lo trovate qui.
Il punto sulla scuola
Pubblicato da Marcella De Carli
Apparentemente tutto tace e sembra che la protesta si sia sedata. Siamo alla fine dell’anno scolastico, ci sono incombenze “altre”, forse insegnanti e genitori stanno facendo i conti con un’idea di scuola che “tutto sommato ce la farà”.
Invece i tagli alla scuola pubblica sono feroci e porteranno ad un’indebolimento dell’offerta, alla faccia delle tre “i”.
Intanto nella scuola primaria spariranno gli insegnanti specialisti di inglese, lasciando il posto agli specializzati, insegnanti che dopo un bel corso di 150, 200 ore andranno a sostituire i laureati. Tralasciando i facili commenti e battute sulle capacità degli specializzati (avremo un sacco di insegnanti che come minimo parleranno l’inglese dei “sopranos”), al momento il problema è che questi sono pochissimi. Nella scuola di mio figlio ce ne sono quattro, che dovranno a turno abbandonare la loro classe per andare a insegnare inglese a tutta la scuola (21 sezioni!), scambiandosi con i docenti della classe a cui presteranno le ore. Questo significa un continuo spostamento di insegnanti, un’orario continuamente spezzato con un sacco di persone che girano nelle classi, alla faccia del maestro unico.
Nelle scuole a tempo pieno l’organico è stato nominato sulla base dell’orario privo di compresenze, il che vuol dire che nella maggior parte degli istituti sono stati assegnati insegnanti in meno rispetto all’anno scorso e questo comporterà uno spezzatino orario. In più sarà difficile immaginare di poter portare avanti situazioni di recupero e di potenziamento (che avvenivano con la presenza di due insegnanti su piccolo gruppo) e salteranno anche laboratori e uscite. Tra i laboratori c’è anche l’informatica, o sbaglio?
Chi invece, guarda un po’, non viene minimamente toccato sono i soliti raccomandati (avranno un santo protettore da qualche parte) IRC, insegnanti di religione cattolica. Al loro posto anche se dovessero avere tre iscritti….
Dunque, delle tre “i” (inglese, informatica, impresa), mi pare che solo la terza se la stia cavando egregiamente, considerato anche le scuole diventeranno sempre più aziende…
La protesta quindi non può fermarsi ora. E infatti prosegue.
Anche le scuole secondarie di primo e secondo grado hanno subìto dei tagli davvero significativi con una ricaduta impressionante sulla qualità dell’offerta formativa.
Per una visione completa della situazione
Il Comune di Milano assume 46 insegnanti di religione alle scuole dell’infanzia
Pubblicato da Marcella De Carli
Ma non ha i soldi per assumere il personale o per pagare le supplenti! E quando mancano educatrici i bambini vengono divisi nelle altre sezioni! E hanno ridotto di un terzo i commessi! E ci vogliono propinare orari assurdi per risparmiare!!!!!
Lettera di una precaria a Babbo Natale
Pubblicato da Marcella De Carli
ricevo e giro:
Caro Babbo Natale,
sono una povera PRECARIA DELLA SCUOLA, ti scrivo per chiederti un piccolo regalo per Natale.
Non ti chiedo un posto a tempo indeterminato, magari un “ruolo” nuovo fiammante con tanto di retribuzione nei mesi estivi e scatti d’anzianità.
Non ti chiedo una scuola che non sia a 40 km da casa mia, per non dovermi svegliare tutte le mattine alle 5 e non ti chiedo neanche di non dovermi spostare come una trottola da una scuola all’altra o di non dover lasciare ogni anno i miei studenti.
Non ti chiedo di non vedere più la scuola italiana ridotta così, 130mila di miei colleghi messi in mezzo ad una strada dopo decenni di precariato, scuole chiuse perché troppo piccole, sperimentazioni eliminate,disabili che non hanno più l’insegnante di sostegno, classi di 35 studenti e tutta la stampa a darci dei fannulloni.
Non ti chiedo 13 miliardi di euro per mettere a norma le scuole ed impedire che altri innocenti muoiano.
Non ti chiedo che venga ritirata l’incivile mozione Cota che con le classi-ghetto introduce la segregazione nelle nostre scuole.
E non ti chiedo neanche di fare in modo che sia ritirata la proposta di legge Aprea che darà ai presidi il pieno controllo delle assunzioni e ci condannerà al precariato a vita con contratti triennali.Non ti chiedo niente di tutto ciò, perché so che non riusciresti neanche tu a convincere la Gelmini, Tremonti e Brunetta ad investire nella scuola pubblica.
Ti chiedo solo una piccola cosa: un biglietto per venire a stare a casa tua, a fare la renna… Ti prego, rispondimi, l’anno prossimo rimarrò senza lavoro e non sopporto più di vedere la scuola pubblica cadere a pezzi.